Alcune considerazioni sul partito che vorremmo in vista del congresso provinciale
Queste considerazioni sono state elaborate da un ampio gruppo di lavoro di iscritti al PD trevigiano.
Vogliamo metterle a disposizione di tutto il partito, perché se ne discuta insieme alle altre posizioni, e il
congresso diventi veramente un momento di crescita e maturazione del partito e non solo di scontro per
la scelta del nuovo gruppo dirigente. Lavoreremo per cercare convergenze, superare le mozioni, far
crescere insieme il partito. Questo documento è il primo passo in questo senso.
INTRO
Il Partito Democratico trevisano, che si propone come guida di questo territorio e di questa comunità,
non può darsi una prospettiva di corto respiro, un orizzonte temporale limitato alle prossime scadenze
elettorali, pur importanti, ma deve necessariamente proporre le proprie idee e organizzarsi per crescere
quantitativamente e qualitativamente con una visione almeno di medio periodo. Il veneto e la provincia
di Treviso hanno bisogno di aria nuova. Lega e PDL hanno stravolto i Valori del popolo veneto, hanno
aumentato le diseguaglianze, hanno mal governato favorendo sprechi e clientelismo. Dobbiamo dare
una svolta a questa situazione.
La situazione del nostro partito è grave, sia a livello nazionale che locale, ed è bene non nasconderselo.
Pur nel rispetto della diversità di opinioni e aree culturali di provenienza, crediamo che il PD debba
superare la divisione in mozioni e in sottogruppi che hanno caratterizzato il congresso nazionale e
regionale verso una nuova aggregazione di iscritti che lavorino ad un progetto comune che possa dare
un futuro migliore a questo partito.
Il nostro partito provinciale viene fuori da un periodo difficile, in cui (nonostante le carenze organ izzative
e finanziarie) si è lavorato per approfondire i contenuti programmatici, per formare i nostri giovani e per
essere presenti nel territorio e sui media. Abbiamo però sofferto per una conflittualità molto forte che ha
limitato le possibilità di cres cita e diviso il partito in gruppi che hanno speso più energie per scontrarsi
che per lavorare a favore del partito stesso. Il gruppo dirigente provinciale ha fatto certamente anche
degli errori, ma questa è l’ora di guardare avanti e indicare in che modo il nostro partito può ripartire.
Il Partito Democratico trevigiano ha quindi necessità di fare un salto di qualità per migliorare la sua
capacità progettuale e aumentare la sua credibilità e non può che ripartire dal rinnovamento dei
contenuti, del modo di fare politica, del tipo di partito e dalla valorizzazione delle competenze e del
merito.
La conclusione del percorso congressuale apre una fase decisiva per il rilancio del partito, che non può
prescindere dalla necessità di armonizzarne le varie sensibilità: un errore da non ripetere è quello di
sclerotizzare le mozioni in correnti, che comunicano tra loro solo tramite accordi di corridoio, gestiti dai
vertici in modo poco trasparente e poco utile.
Oltre che idee innovative ed efficaci, proposte chiare e praticabili sul piano del governo e dello sviluppo
possibile (insomma proposte programmatiche che qui non affrontiamo), gli iscritti, il popolo delle
primarie e tutti i cittadini meritano una svolta nei metodi della politica. Ecco le nostre proposte al
riguardo.
Un Partito veramente Democratico
Occorre sviluppare una vera democrazia interna che non mortifichi nessuno: un confronto trasparente
ed intenso tra le idee e le persone, un dibattito incentrato sui contenuti propositivi, nell'ambito del quale
non si utilizzino le posizioni di potere consolidate per imporre linee e scelte sulle persone.
L' impegno del PD trevigiano dovrà dunque essere rivolto prima di tutto allo sviluppo della democrazia
interna, essendo indispensabile operare una sintesi “alta” fra le varie sensibilità ed i punti di vista,
giungendo a definire le linee programmatiche del partito, anche in modo non unanime, ma sempre al
termine di un confronto ampio e leale tra le diverse posizioni. Per allargare il consenso e non
restringersi in un partito piccolo, nelle dimensioni e nel ruolo, occorre rivolgersi in una prospettiva aperta
ed inclusiva non solo agli iscritti ma anche al “popolo delle primarie” e alla “società civile”.
Nota: Si tratta quindi non solo di stabilire che maggioranze occorrano per ogni tipo di decisione. Occorre inoltre
che sia democratico il procedimento attraverso il quale vengono scelti i membri dell’organo rappresentativo. Noi
proponiamo per esempio che la direzione venga votata con le preferenze e non “in blocco”.
Nomine trasparenti
E’ noto, ed è una piaga su cui il Partito Democratico tutto dovrebbe assumere una posizione netta, che
lo strumento delle nomine è utilizzato dalla maggior parte delle forze politiche per radicare relazioni
clientelari, che nulla hanno di sano e che sono ben distanti dagli interessi generali della collettività e
dalla missione per cui quegli enti sono in essere. Riteniamo indispensabile affiancare ai discorsi sulla
meritocrazia e al rifiuto dei manuali Cencelli una pratica concreta ed effettiva fin dalle prossime scelte
rendendo chiaro a tutti che le persone designate dal nostro partito sono state individuate in base alla
loro competenza. Per questo chiediamo di individuare subito un meccanismo tipo quello proposto da
“EntiTrasparENTI” (http://www.entitrasparenti.it) che faccia da guida per le nomine.
Un Partito centrale e guida delle alleanze
Sul piano delle alleanze, la risposta vincente non può essere quella delle alchimie politiche e delle
sommatorie di sigle, e neanche quella degli accordi all'insegna dei trasversalismi da prima repubblica: le
alleanze dovranno formarsi sulla base dalle convergenze tra i nostri punti programmatici irrinunciabili e
le posizioni di altre forze politiche o di aggregazioni civiche spontanee che possono nascere in ambito
locale. Cerchiamo di imparare dagli errori commessi a questo proposito nelle ultime elezioni regionali…
Un Partito che rende possibile il ricambio e la parità di genere
E' necessario un progressivo ricambio nella classe dirigente provinciale, che garantisca il reale (e
visibile) rinnovamento – anche generazionale e di genere - del partito, che esprima un insieme di valori
unificanti e l'impegno ad una pratica politica rispettosa del codice etico del partito, anteponendo le
“regole” alle pur legittime aspirazioni personali. Per chi sceglie l' impegno politico nel PD, sarà
indispensabile dimostrare concretamente spirito di servizio e rinnovata idealità.
Capisaldi irrinunciabili per una nuova classe dirigente dovranno essere competenza, valorizzazione del
merito, capacità di assumersi responsabilità e risponderne in modo trasparente. Principi che si dovranno
attuare anche con il divieto di cumulo degli incarichi.
Chiunque accetta un incarico nel partito si impegna a lavorare gratuitamente con serietà, impegno e
continuità per contribuire concretamente alla vita quotidiana del partito: il partito ha bisogno dell’aiuto
concreto di tanta gente. Nell’esecutivo, per esempio, chi non svolge con impegno e serietà il suo
compito va sostituito senza esitazioni, non possiamo più permetterci di assegnare incarichi che non
vengano portati a termine .
Ricambio vuol dire anche dare possibilità di emergere anche alle donne. Le Pari Opportunità di cui tanto
si parla devono essere messe in pratica e non solamente scritte nei regolamenti. Ci si deve impegnare a
valorizzare le migliori energie femminili nella composizione degli organismi interni e nelle candidature.
Un’idea potrebbe essere quella di istituire la figura del Garante delle Pari Opportunità del PD trevigiano.
Un Partito aperto ai cittadini
Il patrimonio vero del partito è rappresentato dai tanti cittadini che hanno votato il 25 ottobre: escludere il
popolo delle primarie dalle decisioni importanti sarebbe un grosso errore. Già dalle prossime elezioni
provinciali, lo strumento per la scelta dei candidati deve essere quello delle primarie.
Occorrerà inoltre praticare il massimo dell'apertura alla società civile nella definizione delle proprie linee
programmatiche, prevedendo adeguati momenti di confronto da articolare nei circoli ed in conferenze
tematiche rivolte a tutti i cittadini, impegnandosi ad effettuare, se necessario, consultazioni degli elettori
con referendum consultivi su scelte strategiche per il futuro del trevigiano.
L’elenco dei cittadini che hanno partecipato alla primarie deve essere reso disponibile ai coordinatori di
circolo con i quali bisogna decidere quale strategia comune di approccio comunicativo utilizzare nei loro
confronti. Bisogna insomma chiarire in che occasioni contattare e coinvolgere il popolo delle primarie,
come farlo e con quali limiti. Il coinvolgimento di questa gente può essere di fondamentale importanza
anche per aumentare la “forza lavoro” del partito e il coinvolgimento emotivo di tanta gente.
Un Partito con al centro i circoli
Le strutture, gli organismi e l’organizzazione sono fondamentali per l'azione politica. Un partito aperto è
prima di tutto un partito fondato sulla ampia partecipazione dei suoi organismi e delle sue strutture
territoriali.
Il PD nella nostra Provincia in tutta la fase congressuale ha dimostrato di avere una rete territoriale,
quella dei Circoli, che può svolgere una funzione di promozione della cittadinanza attiva nel nostro
territorio a cui non possiamo rinunciare. Si devono quindi incrementare le forme di consultazione dei
circoli e dell’assemblea provinciale, in termini di frequenza e di rilevanza. I Circoli non possono essere
interpellati solo nelle occasioni congressuali o in occasione delle tornate elettorali, ma devono diventare
l’agorà della società civile, il luogo dove matura giorno per giorno la linea politica. L’organismo
dell’assemblea dei coordinatori di circolo dovrà rivestire una grande importanza nei momenti delle scelte
importanti.
L’organizzazione
Inoltre, è questione di primaria importanza quella del rafforzamento dell’organizzazione del partito a
favore delle attività dei circoli. I circoli devono poter contare su aiuto tecnico, economico, politico da
parte della segreteria provinciale.
Molto importante è anche il funzionamento degli organismi intermedi fra circolo e provinciale, che
devono funzionare con continuità e fare da collegamento tra gli iscritti e la segreteria provinciale.
Quando questi coordinamenti di collegio non funzionano, la segreteria provinciale dovrà intervenire
presto e con efficacia e se necessario cambiare il coordinatore.
L’organizzazione deve essere potenziata, non solo con la scelta di un segretario organizzativo, ma di
una vera squadra di persone competenti e motivate, con deleghe specifiche. L’organizzazione dovrebbe
inoltre prevedere non solo una struttura gerarchica verticale, ma gruppi di lavoro tematici orizzontali, singoli incarichi su questioni specifiche (“a progetto”) e la valorizzazione delle capacità professionali di
molti dei nostri iscritti.
Un Partito comunicativo e trasparente
Elemento fondamentale per un partito del ventunesimo secolo è una “chiara ed efficente
comunicazione“ e nell’era di internet è particolarmente importante che il Partito provinciale si doti di un
sito internet particolarmente interessante ed efficace e di pagine sui social network ma anche di altri
strumenti di comunicazione, tra i quali ad es. semplici newsletter, sia in formato elettronico che
cartaceo. Il sito internet provinciale dovrebbe avere anche uno spazio predisposto per la discussione
sulla linea politica.
Non si tratta solo di far veicolare le informazioni in maniera tempestiva: va garantita a tutto il partito una
corretta informazione sulle discussioni e decisioni assunte. In tale maniera la trasparenza potrà
diventare in modo naturale valore fondante del partito, in primis, rendendo accessibili le documentazioni
finanziarie. Al riguardo proponiamo che sul sito internet vengano pubblicate periodiche rendicontazioni
sullo stato finaziario del partito. Inoltre, si chiede che il partito verbalizzi tutte le direzioni e le assemblee
e mandi entro qualche giorno ai componenti delle stesse i relativi verbali.
Conclusione
Chiediamo insomma un partito pienamente democratico e trasparente, ben organizzato, moderno,
partecipato e che valorizzi il merito. Questa è la base di discussione che proponiamo per far decollare il
progetto di un partito nuovo che vorremo venisse costruito nel confronto fra tutte aree politiche e sociali
che si riferiscono al PD.
Chiediamo che questo documento venga discusso nei circoli e in tutte le altre sedi che si riterranno
opportune. Accettiamo volentieri contributi o integrazioni al documento.
Sappiamo bene che in vista delle elezioni provinciali il Partito dovrà anche e soprattutto discutere del
programma da presentare agli elettori, ma intanto partiamo da qui: in vista del congresso il confronto di
idee sul tipo di partito è il primo passo per costruire qualcosa di nuovo.
Luca Musumeci
Alessandra Brunati
Eugenio Dal Bianco
Mario Pernechele
Paola Borghesani
Renato Pani
(e molti altri che hanno contribuito)
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