mercoledì 14 luglio 2010

L.Musumeci ed altri 14 luglio 2010

Alcune considerazioni sul partito che vorremmo in vista del congresso provinciale

Queste considerazioni sono state elaborate da un ampio gruppo di lavoro di iscritti al PD trevigiano.

Vogliamo metterle a disposizione di tutto il partito, perché se ne discuta insieme alle altre posizioni, e il

congresso diventi veramente un momento di crescita e maturazione del partito e non solo di scontro per

la scelta del nuovo gruppo dirigente. Lavoreremo per cercare convergenze, superare le mozioni, far

crescere insieme il partito. Questo documento è il primo passo in questo senso.

INTRO

Il Partito Democratico trevisano, che si propone come guida di questo territorio e di questa comunità,

non può darsi una prospettiva di corto respiro, un orizzonte temporale limitato alle prossime scadenze

elettorali, pur importanti, ma deve necessariamente proporre le proprie idee e organizzarsi per crescere

quantitativamente e qualitativamente con una visione almeno di medio periodo. Il veneto e la provincia

di Treviso hanno bisogno di aria nuova. Lega e PDL hanno stravolto i Valori del popolo veneto, hanno

aumentato le diseguaglianze, hanno mal governato favorendo sprechi e clientelismo. Dobbiamo dare

una svolta a questa situazione.

La situazione del nostro partito è grave, sia a livello nazionale che locale, ed è bene non nasconderselo.

Pur nel rispetto della diversità di opinioni e aree culturali di provenienza, crediamo che il PD debba

superare la divisione in mozioni e in sottogruppi che hanno caratterizzato il congresso nazionale e

regionale verso una nuova aggregazione di iscritti che lavorino ad un progetto comune che possa dare

un futuro migliore a questo partito.

Il nostro partito provinciale viene fuori da un periodo difficile, in cui (nonostante le carenze organ izzative

e finanziarie) si è lavorato per approfondire i contenuti programmatici, per formare i nostri giovani e per

essere presenti nel territorio e sui media. Abbiamo però sofferto per una conflittualità molto forte che ha

limitato le possibilità di cres cita e diviso il partito in gruppi che hanno speso più energie per scontrarsi

che per lavorare a favore del partito stesso. Il gruppo dirigente provinciale ha fatto certamente anche

degli errori, ma questa è l’ora di guardare avanti e indicare in che modo il nostro partito può ripartire.

Il Partito Democratico trevigiano ha quindi necessità di fare un salto di qualità per migliorare la sua

capacità progettuale e aumentare la sua credibilità e non può che ripartire dal rinnovamento dei

contenuti, del modo di fare politica, del tipo di partito e dalla valorizzazione delle competenze e del

merito.

La conclusione del percorso congressuale apre una fase decisiva per il rilancio del partito, che non può

prescindere dalla necessità di armonizzarne le varie sensibilità: un errore da non ripetere è quello di

sclerotizzare le mozioni in correnti, che comunicano tra loro solo tramite accordi di corridoio, gestiti dai

vertici in modo poco trasparente e poco utile.

Oltre che idee innovative ed efficaci, proposte chiare e praticabili sul piano del governo e dello sviluppo

possibile (insomma proposte programmatiche che qui non affrontiamo), gli iscritti, il popolo delle

primarie e tutti i cittadini meritano una svolta nei metodi della politica. Ecco le nostre proposte al

riguardo.

Un Partito veramente Democratico

Occorre sviluppare una vera democrazia interna che non mortifichi nessuno: un confronto trasparente

ed intenso tra le idee e le persone, un dibattito incentrato sui contenuti propositivi, nell'ambito del quale

non si utilizzino le posizioni di potere consolidate per imporre linee e scelte sulle persone.

L' impegno del PD trevigiano dovrà dunque essere rivolto prima di tutto allo sviluppo della democrazia

interna, essendo indispensabile operare una sintesi “alta” fra le varie sensibilità ed i punti di vista,

giungendo a definire le linee programmatiche del partito, anche in modo non unanime, ma sempre al

termine di un confronto ampio e leale tra le diverse posizioni. Per allargare il consenso e non

restringersi in un partito piccolo, nelle dimensioni e nel ruolo, occorre rivolgersi in una prospettiva aperta

ed inclusiva non solo agli iscritti ma anche al “popolo delle primarie” e alla “società civile”.

Nota: Si tratta quindi non solo di stabilire che maggioranze occorrano per ogni tipo di decisione. Occorre inoltre

che sia democratico il procedimento attraverso il quale vengono scelti i membri dell’organo rappresentativo. Noi

proponiamo per esempio che la direzione venga votata con le preferenze e non “in blocco”.

Nomine trasparenti

E’ noto, ed è una piaga su cui il Partito Democratico tutto dovrebbe assumere una posizione netta, che

lo strumento delle nomine è utilizzato dalla maggior parte delle forze politiche per radicare relazioni

clientelari, che nulla hanno di sano e che sono ben distanti dagli interessi generali della collettività e

dalla missione per cui quegli enti sono in essere. Riteniamo indispensabile affiancare ai discorsi sulla

meritocrazia e al rifiuto dei manuali Cencelli una pratica concreta ed effettiva fin dalle prossime scelte

rendendo chiaro a tutti che le persone designate dal nostro partito sono state individuate in base alla

loro competenza. Per questo chiediamo di individuare subito un meccanismo tipo quello proposto da

“EntiTrasparENTI” (http://www.entitrasparenti.it) che faccia da guida per le nomine.

Un Partito centrale e guida delle alleanze

Sul piano delle alleanze, la risposta vincente non può essere quella delle alchimie politiche e delle

sommatorie di sigle, e neanche quella degli accordi all'insegna dei trasversalismi da prima repubblica: le

alleanze dovranno formarsi sulla base dalle convergenze tra i nostri punti programmatici irrinunciabili e

le posizioni di altre forze politiche o di aggregazioni civiche spontanee che possono nascere in ambito

locale. Cerchiamo di imparare dagli errori commessi a questo proposito nelle ultime elezioni regionali…

Un Partito che rende possibile il ricambio e la parità di genere

E' necessario un progressivo ricambio nella classe dirigente provinciale, che garantisca il reale (e

visibile) rinnovamento – anche generazionale e di genere - del partito, che esprima un insieme di valori

unificanti e l'impegno ad una pratica politica rispettosa del codice etico del partito, anteponendo le

“regole” alle pur legittime aspirazioni personali. Per chi sceglie l' impegno politico nel PD, sarà

indispensabile dimostrare concretamente spirito di servizio e rinnovata idealità.

Capisaldi irrinunciabili per una nuova classe dirigente dovranno essere competenza, valorizzazione del

merito, capacità di assumersi responsabilità e risponderne in modo trasparente. Principi che si dovranno

attuare anche con il divieto di cumulo degli incarichi.

Chiunque accetta un incarico nel partito si impegna a lavorare gratuitamente con serietà, impegno e

continuità per contribuire concretamente alla vita quotidiana del partito: il partito ha bisogno dell’aiuto

concreto di tanta gente. Nell’esecutivo, per esempio, chi non svolge con impegno e serietà il suo

compito va sostituito senza esitazioni, non possiamo più permetterci di assegnare incarichi che non

vengano portati a termine .

Ricambio vuol dire anche dare possibilità di emergere anche alle donne. Le Pari Opportunità di cui tanto

si parla devono essere messe in pratica e non solamente scritte nei regolamenti. Ci si deve impegnare a

valorizzare le migliori energie femminili nella composizione degli organismi interni e nelle candidature.

Un’idea potrebbe essere quella di istituire la figura del Garante delle Pari Opportunità del PD trevigiano.

Un Partito aperto ai cittadini

Il patrimonio vero del partito è rappresentato dai tanti cittadini che hanno votato il 25 ottobre: escludere il

popolo delle primarie dalle decisioni importanti sarebbe un grosso errore. Già dalle prossime elezioni

provinciali, lo strumento per la scelta dei candidati deve essere quello delle primarie.

Occorrerà inoltre praticare il massimo dell'apertura alla società civile nella definizione delle proprie linee

programmatiche, prevedendo adeguati momenti di confronto da articolare nei circoli ed in conferenze

tematiche rivolte a tutti i cittadini, impegnandosi ad effettuare, se necessario, consultazioni degli elettori

con referendum consultivi su scelte strategiche per il futuro del trevigiano.

L’elenco dei cittadini che hanno partecipato alla primarie deve essere reso disponibile ai coordinatori di

circolo con i quali bisogna decidere quale strategia comune di approccio comunicativo utilizzare nei loro

confronti. Bisogna insomma chiarire in che occasioni contattare e coinvolgere il popolo delle primarie,

come farlo e con quali limiti. Il coinvolgimento di questa gente può essere di fondamentale importanza

anche per aumentare la “forza lavoro” del partito e il coinvolgimento emotivo di tanta gente.

Un Partito con al centro i circoli

Le strutture, gli organismi e l’organizzazione sono fondamentali per l'azione politica. Un partito aperto è

prima di tutto un partito fondato sulla ampia partecipazione dei suoi organismi e delle sue strutture

territoriali.

Il PD nella nostra Provincia in tutta la fase congressuale ha dimostrato di avere una rete territoriale,

quella dei Circoli, che può svolgere una funzione di promozione della cittadinanza attiva nel nostro

territorio a cui non possiamo rinunciare. Si devono quindi incrementare le forme di consultazione dei

circoli e dell’assemblea provinciale, in termini di frequenza e di rilevanza. I Circoli non possono essere

interpellati solo nelle occasioni congressuali o in occasione delle tornate elettorali, ma devono diventare

l’agorà della società civile, il luogo dove matura giorno per giorno la linea politica. L’organismo

dell’assemblea dei coordinatori di circolo dovrà rivestire una grande importanza nei momenti delle scelte

importanti.

L’organizzazione

Inoltre, è questione di primaria importanza quella del rafforzamento dell’organizzazione del partito a

favore delle attività dei circoli. I circoli devono poter contare su aiuto tecnico, economico, politico da

parte della segreteria provinciale.

Molto importante è anche il funzionamento degli organismi intermedi fra circolo e provinciale, che

devono funzionare con continuità e fare da collegamento tra gli iscritti e la segreteria provinciale.

Quando questi coordinamenti di collegio non funzionano, la segreteria provinciale dovrà intervenire

presto e con efficacia e se necessario cambiare il coordinatore.

L’organizzazione deve essere potenziata, non solo con la scelta di un segretario organizzativo, ma di

una vera squadra di persone competenti e motivate, con deleghe specifiche. L’organizzazione dovrebbe

inoltre prevedere non solo una struttura gerarchica verticale, ma gruppi di lavoro tematici orizzontali, singoli incarichi su questioni specifiche (“a progetto”) e la valorizzazione delle capacità professionali di

molti dei nostri iscritti.

Un Partito comunicativo e trasparente

Elemento fondamentale per un partito del ventunesimo secolo è una “chiara ed efficente

comunicazione“ e nell’era di internet è particolarmente importante che il Partito provinciale si doti di un

sito internet particolarmente interessante ed efficace e di pagine sui social network ma anche di altri

strumenti di comunicazione, tra i quali ad es. semplici newsletter, sia in formato elettronico che

cartaceo. Il sito internet provinciale dovrebbe avere anche uno spazio predisposto per la discussione

sulla linea politica.

Non si tratta solo di far veicolare le informazioni in maniera tempestiva: va garantita a tutto il partito una

corretta informazione sulle discussioni e decisioni assunte. In tale maniera la trasparenza potrà

diventare in modo naturale valore fondante del partito, in primis, rendendo accessibili le documentazioni

finanziarie. Al riguardo proponiamo che sul sito internet vengano pubblicate periodiche rendicontazioni

sullo stato finaziario del partito. Inoltre, si chiede che il partito verbalizzi tutte le direzioni e le assemblee

e mandi entro qualche giorno ai componenti delle stesse i relativi verbali.

Conclusione

Chiediamo insomma un partito pienamente democratico e trasparente, ben organizzato, moderno,

partecipato e che valorizzi il merito. Questa è la base di discussione che proponiamo per far decollare il

progetto di un partito nuovo che vorremo venisse costruito nel confronto fra tutte aree politiche e sociali

che si riferiscono al PD.

Chiediamo che questo documento venga discusso nei circoli e in tutte le altre sedi che si riterranno

opportune. Accettiamo volentieri contributi o integrazioni al documento.

Sappiamo bene che in vista delle elezioni provinciali il Partito dovrà anche e soprattutto discutere del

programma da presentare agli elettori, ma intanto partiamo da qui: in vista del congresso il confronto di

idee sul tipo di partito è il primo passo per costruire qualcosa di nuovo.

Luca Musumeci

Alessandra Brunati

Eugenio Dal Bianco

Mario Pernechele

Paola Borghesani

Renato Pani

(e molti altri che hanno contribuito)

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