martedì 21 luglio 2009

PETIZIONE PER IL REGISTRO DEI TESTAMENTI BIOLOGICI
















E’ in atto a cura del comitato unitario di Castelfranco Veneto la raccolta firme inerente la PETIZIONE PER INTRODURRE IL REGISTRO DEI TESTAMENTI BIOLOGICI nel nostro comune.

Anche in assenza di legge il registro permette di autenticare in modo semplice e gratuito i testamenti dei cittadini. Qualora invece venisse approvata la legge liberticida in discussione alla camera, il registro permetterebbe di fare ricorso per far valere i propri diritti costituzionali.

Il comitato unitario invita a scaricare il modulo per la raccolta firme e a far firmare amici e parenti residenti o domiciliati a Castelfranco.

per informazioni:
http://groups.google.it/group/liberasceltacastelfranco
liberasceltacastelfranco@gmail.com

Cultura, giù il sipario


Lutto per il mondo della cultura. È stata la piazza di Montecitorio ad accogliere nel pomeriggio di ieri un folto sit-in manifestanti arrabbiati e palloncini neri. Oltre 5000 per chiedere al governo spiegazioni (e magari pretendere soluzioni) sull’ennesimo taglio alla cultura. Grazie alle forbici di Berlusconi, il Fondo Unico per lo Spettacolo passerà dai 511 milioni stanziati dal Governo Prodi ai 380 milioni previsti dal decreto in questione.


Si continua così ad infierire su un mondo che vive al di sotto della soglia di povertà. I settori più penalizzati sono il teatro e la danza, in cui sono in pochi a sfondare la soglia dei 7000 euro all’anno. Anche il cinema, che in Italia, conta 76.440 lavoratori, quest’anno rinuncerà a moltissimi free lance, che non potranno neanche chiedere asilo al mondo delle fiction televisive, dato che la finanziari ha abbattuto la sua scure anche su quel settore, costringendo le emittenti televisive ad un taglio del 30%.


Si tratta di una precisa scelta di campo, che ancora una volta relega la cultura alla voce “superfluo”, preparando una società in cui il momento più “erudito” della settimana sarà il lunedì del Grande Fratello! A sorpresa uno scenario del genere inquieta non solo l’opposizione, ma anche parte della maggioranza. Di fronte a Palazzo Chigi infatti hanno sfilato anche Gabriella Carlucci e Luca Barbareschi, che, nonostante l’illuminazione sulla via di Damasco, non sono riusciti ad evitare i fischi di chi contestava “l’appartenenza ad un governo che fa queste cose”.


Folta e indignata la delegazione del Partito Democratico. In piazza il segretario Dario Franceschini ha detto: "E' una specie di delitto. Se c'e' una cosa su cui l'Italia deve investire, e non tagliare, e' proprio la cultura, lo spettacolo. Da parte della maggioranza c'e' l'idea sbagliata e colpevole che quella per la cultura sia una spesa superflua. Invece si tratta di un pezzo importante della nostra industria e dell'economia del nostro Paese". La soluzione sarebbe “inserire la cifra necessaria nel maxiemendamento. Noi insisteremo fino alla fine ma mi sembra che la maggioranza non abbia orecchie per sentire".


Critico anche il senatore Ignazio Marino, in corsa per la segreteria: "Un Paese senza cultura e' un Paese senza futuro. I tagli di ben il 30% del Fondo unico per lo spettacolo sono inaccettabili. Questo Governo sta continuando a fare cassa, sottraendo risorse e opportunità di crescita e sviluppo ai nostri figli. E' incredibile che il prezzo della crisi lo debba pagare un settore tanto strategico, quanto privo di risorse come quello della cultura, dopo lo scempio che abbiamo già patito sulla scuola, l'università e la ricerca. Abbiamo a che fare con una spaventosa recessione in questo settore: lo scorso anno i musei hanno visto una flessione di quasi il 4%, i teatri del 10% e i cinema del 6%, senza contare la caduta libera delle mostre, a -36,8%. Dobbiamo rifinanziare il Fus e non dimenticare mai che il nostro e' il patrimonio culturale più importante del mondo. Almeno di questo orgoglio non dobbiamo farci privare da un Governo abituato a una visione davvero miope".


Sulla stessa lunghezza d’onda Pierluigi Bersani, responsabile area Economia e candidato alla segreteria: ''I tagli al Fus sono l'ennesima dimostrazione dell'atteggiamento del governo che decide decurtazioni orizzontali senza tener conto dell'effetto prodotto. Per l'esecutivo la cultura rappresenta quindi solo una voce di spesa e non un investimento in un settore professionale e industriale importante per il paese, con il rischio di pesanti ricadute sull'occupazione. Dobbiamo garantire tutti il nostro impegno in questa battaglia''.


Ha partecipato al sit-in anche Walter Veltroni, autore dell’editoriale sull’Unità di oggi: “La cultura è spirito, emozione, nutrimento dell’anima. La cultura come disse André Malraux “è ciò che fa dell’uomo qualcosa di diverso da un accidente dell’universo”. Veltroni ricorda lo sforzo del governo Prodi, che anche in tempi di crisi non scelse mai di sacrificare la cultura. “Ad essere colpiti da tanta miopia sono persone e cose. Ad essere mortificate sono il talent e la creatività dei nostri artisti, dei giovani che vogliono provare a diventarlo, delle ragazze che non pensano che il successo e le soddisfazioni nella vita si raggiungano diventando veline o mettendosi in mostra davanti a una telecamera accesa ventiquattr’ore su ventiquattro. A restare spenti e abbandonati, se si tolgono i fondi alla cultura, sono i palcoscenici e le sale dove ammirare e ascoltare arte, sono le luci delle nostre piazze, sono le bellezze che ci hanno lasciato le generazioni precedenti. Ad essere impoverita alla fine sarà la nostra stessa identità”.


Giovanna Melandri, responsabile area Cultura del PD, ha detto: "Credo che svuotare il FUS voglia dire condannare alla morte per asfissia un settore fondamentale per la vita culturale, civile ed economica del Paese. Per questo nei giorni scorsi abbiamo presentato un emendamento alla Camera che consentisse di correggere in tal senso il decreto fiscale. Il governo non faccia orecchie da mercante nei confronti di coloro che oggimanifesteranno per questa giusta causa ed accolga le richieste avanzate dal mondo dello spettacolo e fatte proprie da molti parlamentari sia dell'opposizione che della maggioranza".


Emilia De Biasi, componente della commissione Cultura alla Camera è intervenuta dicendo: "Tremonti ci dica se considera la cultura un orpello di questo paese. Sfidiamo la maggioranza a votare, già domani nel corso della discussione del dl anticrisi, il nostro emendamento che chiede l'immediato ripristino dei 200 milioni che il governo ha letteralmente scippato alla cultura e mettere così una parola definitiva ai tagli Fus. Il mondo dello spettacolo ha tutta la nostra solidarietà per le scelte scellerate del Governo e a causa dell'afonia del ministro Bondi, centinaia di migliaia di operatori rischiano di perdere il posto. ci dicono che è colpa della crisi ma la verità è che a furia di politiche irragionevoli è il governo che sta creando la crisi".



giovedì 16 luglio 2009

Un altro condono















È arrivato il grande caldo dall'Africa. Le temperature torride che hanno annebbiato le menti, hanno effetti ancora più evidenti nella politica del governo Berlusconi che in soli due giorni ha presentato due provvedimenti che hanno in comune molta pubblicità e poca sostanza. Con lo scudo fiscale e il nuovo Documento di programmazione economica e finanziaria, l'esecutivo ha di nuovo messo le mani avanti difronte alla crisi economica che prima viene ignorata, poi viene combattuta solo con l'ottimismo e infine accettata come una cosa ovvia e scontata, confermando il crollo del Pil a – 5,2%.

Il testo programmatico della prossima legge finanziaria per il quadriennio 2010/2014 è stato presentato da Berlusconi in pompa magna. Presenti anche i ministri Calderoli, Frattini e Tremonti (vero e unico relatore delle strategie economiche). Ma prima che il superministro dell'Economia potesse snocciolare i dati anticrisi* e apostrofare un giornalista non compiacente come una “testa di c...”, Berlusconi ha trovato il modo di annunciare che anche con questa Finanziaria “non c'è nulla di nuovo. Andava bene prima, quindi andrà bene anche ora”. Forse si riferiva al suo patrimonio e/o ai suoi affari pubblici e privati ma, di certo, non alla situazione della maggioranza degli italiani che fatica ad arrivare a fine mese e delle tante piccole e medie imprese che chiuderanno il prossimo settembre.

“Per l'Istat – ha continuato a vantarsi il premier – si tratta del migliore DPEF degli ultimi anni”. E anche Bankitalia ha dato il suo placet. Poi finalmente ha lasciato la parola a Frattini che, in qualità di ministro degli Esteri, ha letto i sondaggi che riguardano la fiducia, l'amore degli italiani nei confronti di Silvio e il suo governo. Insomma davvero un ruolo istituzionale!
“Il 68,4% degli italiani apprezza Berlusconi, il 57% apprezza il governo. Ora scusatemi ma devo andare ad incontrare una delegazione greca”.

Con l'arrivo invece dello scudo fiscale, emendamento al decreto legge anticrisi in commissione Bilancio e Finanze alla Camera, il governo ha previsto invece una sanatoria per il rientro dei capitali dall'estero. Nella relazione tecnica si legge che “la norma prevede l'istituzione di un'imposta straordinaria sulle attività finanziarie e patrimoniali, detenute fuori dal territorio dello Stato e a condizione che le stesse vengano rimpatriate in Italia da paesi extraeuropei nonché regolarizzate ovvero rimpatriate perché in essere in paesi dell'Unione europea e in paesi aderenti allo spazio economico europeo che garantiscono un effettivo scambio di informazioni fiscali in via amministrativa".

Lo scudo fiscale prevede un'aliquota al 5% da applicare sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute almeno al 31 dicembre 2008 o rimpatriate e regolarizzate a partire dal 15 ottobre 2009 e fino al 15 aprile 2010. Un imposta che viene applicata sul rendimento lordo del 2% annuo per i cinque anni precedenti il rimpatrio o la regolarizzazione "con un'aliquota sintetica del 50% per anno comprensiva di interessi e sanzioni e senza diritto allo scomputo di eventuali o crediti". Il gettito, per ora è pari ad un euro, data la sua "assoluta imprevedibilità".

Esclusi dallo scudo fiscale i reati tributari previsti dal decreto legislativo 74/2000 "ad eccezione dei reati di dichiarazione infedele e di omessa dichiarazione", i delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso, di corruzione, concussione, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, usura, traffico di armi, persone e droghe.

“Lo scudo fiscale previsto dal governo è un condono nella versione peggiore”. Lo ha detto Dario Franceschini a Montecitorio, al termine di una riunione con il capogruppo Antonello Soro, il vicecapogruppo Gianclaudio Bressa, e i componenti delle commissioni Bilancio e Giustizia.
'Non hanno neanche il coraggio delle loro azioni - ha dichiarato il segretario del Pd - hanno detto che non avrebbero fatto lo scudo e invece eccolo qui. E' un condono inaccettabile - ha aggiunto - verso chi ha violato la legge”.

"Dopo aver dichiarato solennemente la fine dei condoni ne ricomincia una stagione con l'esito inevitabile di un maggior carico fiscale su chi fa il suo dovere". Lo ha dichiara Pier Luigi Bersani, responsabile economico del Pd. "Benché ci siano evidenti passi indietro rispetto alle prime intenzioni del Governo – ha aggiunto Bersani - la scelta dello scudo fiscale rimane indigeribile per tre motivi: lo sconto è impressionante e incomprensibile per chi le tasse le paga; non si capisce come garantire la certezza del periodo fiscale in esame e resta quindi ambiguo se si paghi il 56% o ancora meno; non c'è traccia alcuna di misure concrete tese a ripristinare la fedeltà fiscale".

Per Stefano Fassina, responsabile Finanza pubblica del Pd, “il ministro Tremonti, sotto la spinta della Commissione Europea e delle opposizioni, ha dovuto fare marcia indietro sull'impianto iniziale del condono, disposto dall'emendamento presentato oggi alla Camera dalla maggioranza.
All'inizio, si prevedeva un'aliquota del 5% sul capitale, in quanto il condono copriva anche reati penali. Poi, scomparsi i reati più gravi, per rendere il condono appetibile, si abbassa l'aliquota all'1%. Questo è il risultato della formulazione volutamente ambigua del comma 2, lettera a) dell'emendamento presentato. Se non fosse così, perché non prevedere semplicemente un'aliquota del 5% sul capitale, invece che tassare i rendimenti annui? Chi dichiarerà di avere avuto i capitali all'estero per più di un anno? Come si potrà controllare? Insomma, si paga un obolo minimo per
legalizzare l'evasione. E si incentiva ulteriore evasione. Ecco che vincono i furbetti”.

“Tremonti perde il pelo ma non il vizio e solo dopo un anno di governo tradisce le sue stesse promesse di non presentare più condoni”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti ha commentato il contenuto dell’emendamento del governo al decreto legge anticrisi all’esame della Camera. “Si tratta di un condono a tutti gli effetti e vi potrà aderire non solo chi ha portato illecitamente denaro all’estero, ma anche chi ha commesso reati di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, ricettazione e riciclaggio. E’ una norma scandalosa, un affronto per tutti gli italiani che pagano regolarmente le tasse. Per non parlare del fatto che il testo sembra scordare che in Italia esiste la criminalità organizzata. La norma del Governo, per come è scritto, sembra infatti non contenere alcuna garanzia per impedire che mafiosi e camorristi possano beneficiarne. Non sembrano esservi – ha ribadito la Ferranti - efficaci strumenti di controllo per scongiurare il rientro dei capitali e dei proventi della criminalità organizza. Questo scudo fiscale – conclude – per come è stato impostato è una norma di inciviltà”.

“Scudo fiscale con emendamento al settimo provvedimento anticrisi dell’esecutivo Berlusconi. Ecco come risponde il centrodestra all’invito di confronto del capo dello Stato e alle difficoltà economiche dei lavoratori onesti e delle imprese che investono: un condono per chi ha portato i soldi all’estero e ora può rimpatriarli con poca spesa e l’ennesimo provvedimento tampone a una crisi fin qui negata e quindi mai affrontata”.

Per Marina Sereni, vicepresidente dei deputati PD, “questo governo umilia l’Italia tutta a cominciare dalle parti sociali alle quali non è stata neanche avanzata l’ipotesi dello scudo fiscale e dell’aumento dell’età pensionabile per le donne della pubblica amministrazione.
Questo governo umilia il Parlamento dov’è in discussione il decreto legge sul quale si fa sempre più probabile l’ipotesi del voto di fiducia che annullerebbe la possibilità di confronto e di partecipazione dell’opposizione. Questo governo sta cercando di far pagare ai terremotati abruzzesi lo sconto fatto agli evasori fiscali che beneficeranno dello scudo modificando le norme sul rimborso delle tasse e trattando le popolazioni colpite dall’ultimo sisma in maniera diversa dai friulani, umbri e marchigiani. Ma noi – ha concluso la Sereni - useremo tutti gli strumenti regolamentari possibili per impedire uno schiaffo alle popolazioni terremotate, ai lavoratori, ai professionisti e alle imprese abruzzesi”.


* Risorse lorde pari a circa 27,3 miliardi per il quadriennio 2008-2011 - 2,7 miliardi nel 2008, 11,4 nel 2009, 7,5 nel 2010 e 5,8 nel 2011 -, corrispondenti all'1,8 per cento del Pil.


sabato 11 luglio 2009

tesseramento













Segui il dibattito nella sezione dei link congressuali


REGOLAMENTO DEL TESSERAMENTO
1. L’iscrizione al Partito è il presupposto all’esercizio dei diritti e dei doveri previsti dallo Statuto all’art. 2 comma 1, 2, 5, e 7.
2. L’iscrizione è individuale. Al momento dell’iscrizione si autorizza il trattamento dei dati personali secondo quanto previsto dal Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 in materia di protezione dei dati personali.
3. Ogni anno la Direzione nazionale su proposta del Tesoriere nazionale, sentita la Conferenza dei Segretari regionali, stabilisce la quota per l’iscrizione al Partito. Eventuali quote aggiuntive decise a livello regionale, non pregiudicano i diritti dell’iscritto.
4. Il dipartimento organizzazione del partito promuove ogni anno la campagna di iscrizione assicurando adeguata pubblicità.
5. Ogni persona in possesso dei requisiti previsti dallo Statuto nazionale può iscriversi presso il circolo territoriale, d’ambiente o on-line secondo quanto previsto dallo Statuto.
6. Possono aderire ad un circolo territoriale coloro che risiedono nella porzione territoriale di competenza del circolo stesso. Possono aderire ad un circolo d’ambiente di lavoro o di studio, coloro i quali operano nell’azienda, ente o università presso cui si è costituito il circolo.
7. Presso ogni coordinamento provinciale/territoriale e regionale è costituito un ufficio adesioni, nominato dall’organismo di garanzia del corrispondente livello organizzativo con il metodo del voto limitato. L’ufficio adesioni redige l’anagrafe degli iscritti.
8. L’iscrizione avviene presso la sede del circolo mediante la sottoscrizione e il ritiro della tessera. Ogni circolo predispone un calendario per l’iscrizione al partito assicurando adeguata e preventiva pubblicità a luogo e tempi di consegna. Responsabile è il coordinatore del circolo. Presso ogni circolo e' costituito un ufficio adesioni nominato dal coordinamento del circolo con voto limitato a 2/3, che affianca il coordinatore del circolo per queste funzioni e nella consegna delle tessere. Allorquando, sulla base dello Statuto e del Codice etico, il Coordinamento del circolo ritenga che non vi siano i presupposti per il rilascio della tessera, è tenuto a comunicare all’ufficio provinciale/territoriale le generalità e le motivazioni dell’avvenuto rifiuto, contemporaneamente alla comunicazione mensile degli iscritti. Ogni Coordinamento regionale, con proprio regolamento, di concerto con il dipartimento nazionale dell’organizzazione, può ulteriormente disciplinare le modalità di ritiro della tessera.
9. Unicamente in caso di comprovata impossibilità nel ritiro della tessera presso il circolo, il ritiro della tessera può avvenire presso l’ufficio adesioni del coordinamento provinciale/territoriale, che immediatamente informerà il Circolo dell’avvenuta iscrizione.
10.L’ufficio adesioni di ogni coordinamento provinciale/territoriale garantisce l’applicazione del presente regolamento e cura la costituzione dell’anagrafe degli iscritti acquisendo mensilmente l’elenco aggiornato degli iscritti di ogni circolo, e trasmetterà agli uffici regionale e nazionale l’andamento numerico del tesseramento.
Al termine di ogni anno l’ufficio adesioni di ogni coordinamento provinciale/territoriale trasmette all’ufficio adesioni regionale l’elenco degli iscritti. In caso di convocazione del congresso nazionale, regionale o di altro livello, si redige l’elenco degli iscritti aventi diritto al voto secondo le norme dello Statuto e dei regolamenti per la celebrazione dei congressi suddetti.
11.L’anagrafe redatta dall’ufficio adesioni è certificata dall’organismo provinciale di garanzia che lo ratifica con il voto della maggioranza dei 2/3 dei componenti. L’anagrafe così certificata viene trasmessa all’ufficio adesioni regionale e nazionale. Qualora l’ufficio provinciale non approvi come precedentemente stabilito l’anagrafe
sarà compito dell’ufficio regionale ratificarla con la stessa maggioranza.
12.L’ufficio nazionale adesioni procede alla verifica delle anagrafi regionali.
Ai fini del calcolo della platea congressuale nazionale faranno
parte soltanto gli iscritti che nell’anagrafe sono stati inseriti
con i seguenti minimi requisiti: Nome, Cognome, data e luogo
di nascita, indirizzo di domicilio o residenza, numero di telefono.
13.In caso di accertati elementi di irregolarità, incompletezza o anomalie
dell’anagrafe il dipartimento nazionale dell’organizzazione
disporrà una verifica, e laddove lo si riterrà necessario, provvederà
alla nomina di commissari ad acta per la redazione delle anagrafi
delle singole articolazioni territoriali del partito o di parti di
esse.
14.Per gli eletti nelle istituzioni presupposto al rilascio della tessera è
l’avvenuto adempimento degli obblighi di contribuzione al partito
previsti dai regolamenti finanziari dei diversi livelli.
15.Non è consentito il rilascio della tessera a persone che siano
iscritte ad altri partiti politici o aderiscano a gruppi di altre formazioni
politiche all’interno di organi istituzionali elettivi, ai sensi
dell’art. 2 comma 8 dello Statuto.

Propaganda nucleare


Con 154 voti favorevoli, uno contrario e un astenuto, il Senato ha approvato il disegno di legge sullo sviluppo. Le opposizioni che avevano annunciato il voto contrario, all'ultimo hanno preferito astenersi in blocco con l'intento di far mancare il numero legale per la convalida del voto. Un iter molto travagliato che ha visto l'esecutivo impegnato a stralciare, modificare e correggere molte delle ipotesi tanto sbandierate ben 10 mesi fa che, poi, si sono dimostrate irrealizzabili.

Dei 64 articoli che compongono la normativa – il primo ddl era composto di 34 articoli – i punti principali vertono sul ritorno dell'Italia al nucleare, l'arrivo della class action e il ripristino dei fondi per l'editoria.

Quindi dopo oltre 20 anni e messo al riparo dall'attenzione dell'opinione pubblica, troppo incantata dal G8 de L'Aquila, in Italia torna il nucleare. A dire il vero, il condizionale è d'obbligo in quanto sebbene il governo faccia sembrare tutto molto semplice e immediato – un po' come la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina la cui realizzazione la vede solo Berlusconi -, l'effettiva realizzazione del piano per il nucleare è rimandato di sei mesi, tempo in cui il governo dovrà predisporre le norme d'attuazione, la localizzazione degli impianti e i sistemi di stoccaggio e deposito dei rifiuti radioattivi. Quisquilie!

Sarà il Cipe a definire le tipologie degli impianti. I siti, d'autorità, potranno essere dichiarati “di interesse strategico nazionale”, soggetti anche a controllo militare. Per la costruzione dell'impianto, fatte salve la Via (valutazione di impatto ambientale) e la Vas (valutazione ambientale strategica), sarà necessaria un'autorizzazione unica rilasciata di concerto dal ministro dello Sviluppo economico e quello dell'Ambiente e le Infrastrutture.

A smorzare l'euforia del ministro Scajola, mente indiscussa del progetto nucleare, sono arrivate le risposte univoche da parte della Regioni: tranne una parziale apertura da parte del Veneto e della Sicilia, nessuna amministrazione ha dato il proprio sì alla realizzazione sul proprio territorio di centrali nucleari.

L'altra altra grande novità è l'arrivo della class action. Ma anche in questo caso emergono immediatamente pecche e falle nella sua applicazione. Non sarà retroattiva, entrerà in vigore non prima del gennaio 2010 e vi si potrà ricorrere solo per gli illeciti compiuti dopo l'entrata in vigore di questa legge.

Salirà dal 5,5% al 6,5% la maggiorazione dell'aliquota ordinaria Ires a carico delle aziende petrolifere e dell'energia elettrica con lo scopo aumentare i fondi destinati all'editoria. Con l'aumento della Robin Tax, entro due anni verranno ripristinati 140 milioni per il fondo per l'editoria.

“Si riparte con la propaganda sul nucleare. Nonostante quanto sbandierato dal Governo Berlusconi, infatti, si tratta della scelta più sbagliata che il nostro paese possa intraprendere per risolvere i suoi problemi energetici. Oltre all’errore del perseguire con la scelta nucleare è inaccettabile l’idea del Governo di scorciatoie che passino per la militarizzazione delle aree, tagliando di fatto la necessaria via della concertazione con i territori e con le regioni che non fossero disponibili ad ospitare gli impianti nucleari e i siti di stoccaggio. E’ un approccio insopportabile e lontano da quanto si fa in qualunque paese occidentale e rischia di condurci in un vicolo cieco”, lo ha dichiarato Ermete Realacci, responsabile Ambiente del PD commentando l’approvazione in Senato del ddl sviluppo.
“Sono assolutamente favorevole”, ha aggiunto Realacci,“che l’Italia sia protagonista nella ricerca di un nucleare di quarta generazione che diminuisce i rischi, la produzione di scorie, rompe la catena della proliferazione nucleare. In questo campo, l’Italia ha tutte le condizioni per dire la sua. Ma è noto a tutti che questo nucleare oggi non esiste e pensare di costruire centrali di vecchia generazione nel nostro Paese è completamente sbagliato e anti-economico”.
“Così com’è oggi”, ha concluso Realacci, “il nucleare è una scelta che sottrae risorse, sia pubbliche che private, a obiettivi quanto mai urgenti, come investire in efficienza energetica, sviluppo delle fonti rinnovabili a cominciare dal solare, promuovere l'innovazione tecnologica, che in tempi enormemente più brevi consentirebbero di abbattere le emissioni che alimentano i mutamenti climatici, di ridurre sensibilmente la nostra dipendenza energetica dall'importazione di petrolio, di accrescere la competitività delle nostre imprese,di alleggerire le bollette a carico delle famiglie. Questa è la vera frontiera dell'innovazione in campo energetico, una frontiera che rappresenta un'opportunità tanto più grande in questa fase di crisi economica”


La 14esima ai pensionati? Merito del governo Prodi

E’ in pagamento in questi giorni la quattordicesima mensilità erogata annualmente ai pensionati che percepiscono un assegno mensile fino a circa 700 euro. Si tratta di 3 milioni e 426.000 persone che percepiranno un importo medio di 380 euro una tantum per un onere complessivo di 1 miliardo 305 milioni di euro. Questo risultato è il frutto del protocollo del 2007, voluto dal governo Prodi.


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La 14esima ai pensionati? Merito del governo Prodi



NO alla censura

Il prossimo 14 luglio ci sarà la giornata di silenzio dei blogger. Una protesta per manifestare contro il decreto Alfano sulle intercettazioni che se approvato introdurrebbe, con il cosiddetto ‘obbligo di rettifica’ per i siti, sanzioni pesantissime per gli utenti, impedendo di fatto alla rete di essere un fondamentale strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere. Il PD è con i blogger in sciopero, per dire no ai bavagli e alle censure e sì alla libertà della rete e di un grande bene come la comunicazione.

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NO alla censura


mercoledì 1 luglio 2009

Testamento Biologico

Il 25 maggio 2009 si è costituito il COORDINAMENTO PER IL DIRITTO ALLA LIBERTA’ DI SCELTA di Castelfranco Veneto, su iniziativa di singoli cittadini , di alcune associazioni castellane e di alcune forze politiche, con l’obiettivo di:

- Riaffermare i valori dello Stato di diritto

- Sostenere l’improrogabile necessità di adottare anche in Italia un provvedimento sul TESTAMENTO BIOLOGICO ( strumento legislativo per anticipare le volontà della singola persona ) , che consenta il diritto di scegliere terapie mediche e di rifiutare trattamenti sanitari ( come già scritto nell’articolo 32 della Costituzione ) ai cittadini che lo decidono e lasciano precise indicazioni nel caso di perdita d’integrità intellettiva e/o di possibilità di comunicare

- Avviare nella castellana occasioni di approfondimenti e di discussione
1. facendosi promotore di iniziative pubbliche e di momenti culturali
2. aderendo o favorendo la formazione di simili coordinamenti nella provincia di Treviso

Il Coordinamento per il diritto alla libertà di scelta afferma la propria totale contrarietà
al disegno legislativo proposto dal governo e già approvato da uno dei due rami del parlamento (Senato della Repubblica, Disegno di Legge 26 marzo 2009, S.10: Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento) in quanto:

- è palesemente incostituzionale, non permettendo al cittadino di poter scegliere liberamente
i trattamenti medici e di veder garantite e rispettate le proprie volontà
- è burocraticamente perverso, rendendo nella prassi impossibile per il cittadino autenticare il proprio TESTAMENTO BIOLOGICO ( serve notaio, medico di famiglia e va rinnovato
ogni tre anni )
- è dannoso, non lasciando decidere, in prima istanza, i singoli cittadini e, quindi, i medici: le persone qualificate a scegliere ed a stabilire se le terapie ( come l’alimentazione e l’ idratazione forzata ) siano giustificate o meno

Il Coordinamento per il diritto alla libertà di scelta è aperto a tutti i cittadini, associazioni, partiti
che si riconoscano in quanto sopra e in particolare nel diritto di ogni persona di poter scegliere.
Per informazioni e adesioni scrivere a: liberasceltacastelfranco@gmail.com

Informazioni di contatto

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