sabato 8 maggio 2010

CORSO DI FORMAZIONE

CORSO DI FORMAZIONE PER GLI AMMINISTRATORI DEGLI ENTI LOCALI

GUIDA ALLA LETTURA ED INTEPRETAZIONE DEL BILANCIO ENTI LOCALI


PREMESSA - OBIETTIVI FORMATIVI

L’obiettivo del corso è fornire ai partecipanti conoscenze qualificate affinché siano in grado di provvedere alla lettura ed interpretazione dei documenti contabili degli enti locali, il bilancio di previsione ed il rendiconto della gestione. Il corso è rivolto agli amministratori e a tutti gli iscritti, in particolar modo ai giovani, che hanno interesse ad acquisire competenze fondamentali in materia di contabilità e finanza locale, per svolgere un domani nel migliore dei modi, l’attività politica di Sindaco, Assessore e Consigliere.


DOCENTE

Dott. Augusto Pais Becher, Revisore contabile e Ragioniere commercialista, Presidente Ancrel Club dei Revisori di Belluno, Esperto in economia e finanza locale, autore di pubblicazioni in materia di contabilità e finanza locale.

STRUTTURA SEDE E DURATA DEL CORSO

Il corso si svolge presso Villa Flangini ad Asolo (TV), dalle ore 9,00 alle ore 13,45.

29 maggio 2010 – Il bilancio, la programmazione e rendiconto, guida alla lettura dei documenti contabili

MATERIALE DIDATTICO

Dispense realizzate dal docente sulle tematiche svolte nei singoli incontri, fascicolo contenente la normativa vigente in materia di contabilità e bilancio degli Enti Locali.

PARTECIPAZIONE E QUOTA DI ISCRIZIONE

La quota di partecipazione, comprensiva del materiale didattico, è di € 25,00.

Oltre al materiale la quota è comprensiva del coffe break e del pranzo previsto alla fine dei lavori.

( la quota richiesta è a parziale copertura dei costi del corso che viene finanziato con risorse del partito provinciale)

PROGRAMMA DEL CORSO

Sabato 29 Maggio 2010

Ore 9.00 – Registrazione e consegna materiali

Ore 9.15 – Saluti ed introduzione al corso

Enrico Quarello – Segretario Provinciale PD Treviso

Davide Zoggia – Responsabile Nazionale Enti Locali

Simonetta Rubinato – Componente della V Commissione (Bilancio) della Camera

Laura Puppato – Capogruppo PD Regione Veneto

Ore 9.30 – Inizio lavori

GUIDA ALLA LETTURA ED INTEPRETAZION DEL BILANCIO ENTI LOCALI

1) La struttura del bilancio degli enti locali;

2) Iter di formazione del bilancio di previsione;

3) Il bilancio annuale e suoi allegati;

4) La relazione previsionale programmatica

5) Il bilancio pluriennale;

6) Il piano esecutivo gestione;

7) Gli equilibri di bilancio e le variazioni al bilancio;

8) Caso pratico esame e lettura di un bilancio di un comune;

Ore 11.30 – Coffe Break

Ore 11.45 - Ripresa Lavori

GUIDA ALLA LETTURA ED INTEPRETAZIONE DEL RENDICONTO DEGLI ENTI LOCALI

1) La gestione delle entrate, accertamenti e residui attivi;

2) La gestione delle spese, impegni e residui passivi;

3) Il conto del bilancio;

4) Il conto economico;

5) Il conto del Tesoriere;

6) Il conto degli agenti contabili;

7) Il passaggio dalla contabilità finanziaria alla contabilità economica con l’utilizzo del prospetto di conciliazione:

8) Caso pratico esame e lettura del rendiconto di un comune;

Ore 13.45 Pranzo


Per raggiungere la sede del Corso:

Via Foresto di Pagnano, 4, 31011 Asolo (TV) Tel: 0423.55622 Fax: 0423.520172

Link:

<http://maps.google.it/maps?f=q&hl=it&geocode=&q=via+foresto+di+pagnano,4+asolo+tv&sll=45.800324,11.901627&sspn=0.018041,0.04549&ie=UTF8&s=AARTsJqlqYV4N6LLHvCpytOIdGpcHN8NUg&view=map&hq=&hnear=Via+Foresto+di+Pagnano,+4,+31011+Asolo+Treviso,+Veneto&z=16>

10 proposte contro la crisi economica


Noi tifiamo per l’Italia che si rimbocca le maniche per uscire dalla crisi. Lo facciamo con proposte concrete e chiare. Come le 10 «buone pratiche» contro la crisi presentate da Enrico Letta, vice segretario del PD, il 19 aprile.


1.Sostegno a ricerca e innovazione. Proponiamo meccanismi per rendere automatici i crediti di imposta per le imprese che investono in innovazione e ricerca. Sul versante pubblico, a dispetto dei tagli operati dal governo alla ricerca, chiediamo di destinare una parte dei finanziamenti ordinari all’università per un piano straordinario per i ricercatori degli atenei italiani.

2.Riforma del fisco. Una riforma che si basa su un unico
obiettivo: la riduzione del peso fiscale su chi lavora e su produce. Chi “crea” sviluppo va premiato. Il tutto in considerazione dei due record negativi che l’Italia detiene tra i Paesi industrializzati: quello della più alta tassazione su chi lavora e produce e quello del più elevato livello di evasione ed elusione fiscale.

3.Riforma universale degli ammortizzatori sociali. Le nostre proposte mirano a estendere anche ai liberi professionisti, ai lavoratori delle piccole imprese e a quelli flessibili, con contratti a progetto o a tempo determinato, le tutele oggi appannaggio esclusivo dei dipendenti a tempo indeterminato delle grandi imprese.

4.Tempi certi per i pagamenti della PA. A fronte del fallimento del Piano del governo dell’autunno scorso, proponiamo misure immediate per accelerare i pagamenti alle imprese da parte della Pubblica Amministrazione coinvolgendo la Cassa Depositi e Prestiti.

5.Più libertà di scelta. Contro ogni logica corporativa o di conservazione dei privilegi esistenti, diciamo no a marce indietro nel processo di liberalizzazione delle attività economiche.

6.Giovani e lavoro. Per superare la precarietà cui sono esposti soprattutto i giovani e le donne con contratti flessibili proponiamo misure volte arginare l’attuale dualismo del mercato del lavoro tra “ipergarantiti” e “vulnerabili”. L’idea è quella di nuove tipologie di contratti di avvio al lavoro che consentano di uscire dalla scelta secca tra precariato e contratti a tempo indeterminato, in genere troppo onerosi per il datore di lavoro.

7.Semplificazione burocratica. Per agevolare il lavoro delle imprese e la vita dei cittadini, proponiamo un Piano di sburocratizzazione delle attività economiche e produttive attraverso estensione e il rafforzamento dello strumento del “forfettone”, la previsione di un’aliquota unica del mercato immobiliare e la generalizzazione degli automatismi.

8.Enti locali. Per superare le difficoltà di bilancio che molti enti locali devono fronteggiare, proponiamo una revisione dei vincoli del Patto di Stabilità interno che consenta di premiare le amministrazioni più virtuose e sanzionare solo quelle “spendaccione”. Chiediamo di conseguenza un Piano straordinario di finanziamento per le piccole opere pubbliche, da programmare e attuare con i territori.

9.Mezzogiorno e rinnovabili. Il Sud ha bisogno di un grande progetto che gli consenta di tornare a “respirare” e a essere competitivo, valorizzando il suo enorme patrimonio naturale e culturale. Per questo proponiamo subito un Piano straordinario per fare del Mezzogiorno la piattaforma logistica europea per le energie rinnovabili.

10.Gas e autonomia energetica. Siamo convinti che, in materia di politica energetica, l’Italia debba oggi mettere a frutto dieci anni di scelte bipartisan sull’approvvigionamento. Continuando a investire sul gas, oltre a essere consumatori possiamo diventare anche rivenditori.

domenica 25 aprile 2010

Festa di Liberazione, festa di tutti


Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un’idea. (parole scritte con la punta di uno spillo, sulla copertina di una Bibbia, ritrovata nei pressi del luogo dove fu fucilato)
Guglielmo Jervis (ingegnere di 42 anni)

Mia adorata Pally, sono gli ultimi istanti della mia vita. Pally adorata ti dico a te saluta e bacia tutti quelli che mi ricorderanno. Credimi non ho mai fatto nessuna cosa che potesse offendere il nostro nome. Ho sentito il richiamo della Patria per la quale ho combattuto, ora sono qui... fra poco non sarò più, muoio sicura di aver fatto quanto mi era possibile affinché la libertà trionfasse. Baci e baci dal tuo e vostro Paggetto
Irma.
P.s. Vorrei essere seppellita a Sestola.

Eccole, le ultime parole di uomini e donne che morirono durante la resistenza. Giovani italiani che combatterono perché l’Italia potesse tornare libera, combatterono non solo per il proprio destino, ma anche per quello del loro Paese e che Giacomoi in un'email ha voluto ricordarci. Un sacrificio che oggi dobbiamo ricordare, più che mai. A loro dobbiamo la nascita delle nostre istituzioni democratiche.
Occorre ricordarlo al sindaco di Montichiari che nei giorni scorsi ha rifiutato la disponibilità di una piazza del comune per celebrare il 25 Aprile al Partito Democratico, diritto sancito dalla nostra Costituzione. Il sindaco di Mogliano Veneto, invece, aveva posto il divieto alla banda comunale di suonare “Bella Ciao”, in occasione delle celebrazioni per la Liberazione, consigliando, invece, l'inno al Piave. Protesta l'Anpi, ricordando che “Bella Ciao” è una "canzone di tutti". La decisione è stata quindi revocata e derubricata a “fraintendimento”, dopo le polemiche scatenatesi. Dietro a questi gesti c’è una chiara intenzione di cancellare e oscurale una memoria che deve essere, invece, considerata patrimonio comune di tutto il nostro paese. Valori che stanno alla base della nostra Carta Costituzionale.

Un valore, che sembra essere, per fortuna, ancora presente in molti ragazzi, visto che nel 2009 l’Anpi ha raggiunto i 110.000 iscritti, un boom dovuto ad una massiccia iscrizione di ragazzi sotto i 30 anni, convinti di poter contribuire alla stessa causa di chi allora scelse di combattere per riportare in Italia democrazia e libertà. Oggi a fronte di un 10% di iscritti over 80 c’è un 10% di iscritti tra i 18 e i 35 anni, una rivoluzione anagrafica resa possibile dal nuovo statuto che dal 2006 ha aperto le porte dell'Anpi a chiunque dichiari e sottoscriva di essere "antifascista". Una modifica dello statuto attuata perché, spiega Silvano Sarti, 84enne protagonista della Resistenza fiorentina e presidente dell'Anpi di Firenze: "Noi abbiamo combattuto per valori che tutti gli uomini hanno dentro, e che spetta a tutti difendere, in qualunque epoca, chi si associa all'Anpi, semplicemente ama la Costituzione e vuole difenderla. E chi deve scendere per primo in piazza se non dei giovani con le gambe buone?”

sabato 3 aprile 2010

6796 GRAZIE

6796 grazie è lo slogan che campeggia sui manifesti elettorali da oggi. Si tratta del risultato più importante che il centrosinistra abbia raggiunto negli ultimi 14 anni (cioè dalle elezioni comunali del 1996 con l'Ulivo). Un risultato che molti consideravano insperato e che vede il Partito Democratico protagonista di una vicenda elettorale che cade in un periodo di supremazia della Lega in tutto il Veneto. Il primo ringraziamento è per i candidati ed i sostenitori di questo progetto i quali hanno davvero fatto un lavoro eccezionale. Hanno cioè dimostrato che con l'impegno quotidiano e la passione è possibile gareggiare con chiunque. Hanno dato una speranza alla città di Castelfranco; la speranza di una amministrazione davvero vicina ai cittadini e non in mano a segreterie politiche lontane dalla città. E' per coltivare questa speranza e portarla al risultato finale che in queste ore continua l'impegno di tutti. Con i gazebo in piazza Giorgione, con il matriale da portare casa per casa, con il messaggio che ognuno di noi darà in questi giorni ad amici e conoscenti raccomandando di recarsi a votare l'11 e 12 aprile, turno di ballottaggio. E' fondamentale convincere quanti più elettori potenziali di Donata Sartor a recarsi alle urne, vincendo l'apatia e la rassegnazione: questa volta la possibilità c'è davvero e dipende da ognuno di noi.
Giuseppe Esposito
Coordinatore PD di Castelfranco

Un testa a testa con la lega

La giornata del 30 marzo 2010 sarà ricordata come una giornata storica. Nel corso delle prime ore della mattinata i rappresentanti di lista della coalizione si distribuivano per i seggi convinti che avrebbero assistito ad un testa a testa fra Donata Sartor e Lorenzo Milani. Le notizie del giorno prima (a Castelfranco Luca Zaia, candidato della Lega presidente in regione, conquistava in città oltre il 60% dei consensi e la lista regionale della Lega oltre il 43%) portavano a pensare che anche l'elezione comunale sarebbe stata segnata da una straripante forza della Lega.
Nella sede del Pd si iniziava a raccogliere i dati delle sezioni elettorali e fin dai primissimi risultati si evidenziava, per Donata Sartor, uno scarto di circa 10 punti percentuali in più rispetto al risultato del candidato sindaco del centrosinistra di 5 anni prima, Livio Frattin. Man mano che affluivano i dati si capiva che Dussin (candidato della Lega) risultava ridimensionato non solo rispetto allo Zaia del giorno prima ma anche rispetto al risultato della Lega in regione. Ben presto la situazione si chiariva: il testa a testa era fra Donata Sartor e Luciano Dussin con un distacco di oltre 10 punti percentuali per Lorenzo Milani. I risultati dello spoglio assegnavano a Donata Sartor il 35,83% a Luciano Dussin il 36,93% ed a Lorenzo Milani il 23,84%. Dallo 0,65 all'1,62 agli altri 3 candidati. Fra Sartor e Dussin meno di 200 voti. Il dato più significativo risultava essere il calo dei consensi a Dussin rispetto al dato della Lega in regione: Dussin perdeva oltre 1.000 voti.

mercoledì 31 marzo 2010

Primo turno Castelfranco 2010



Presidente Regione


Partiti regione


Sindaco


Comune partiti

lunedì 8 marzo 2010

Il programma della coalizione

Elezioni amministrative 2010 di Castelfranco Veneto


PROGRAMMA DELLA COALIZIONE


LISTA DONATA SARTOR

PARTITO DEMOCRATICO

ITALIA DEI VALORI

SINISTRA, ECOLOGIA

E LIBERTA’



Indirizzi generali



Un nuovo sviluppo che parta dalla valorizzazione delle risorse


Vogliamo lavorare per un nuovo sviluppo di Castelfranco attento a tutte le esigenze dei cittadini, al loro futuro e all'ambiente che li circonda. Vogliamo valorizzare Castelfranco, le sue risorse, i suoi spazi, per migliorare la qualità della vita di tutti, con grande attenzione ai cittadini più deboli, alle nuove povertà, ispirandoci ai valori propri della nostra tradizione.

Vogliamo lavorare per una città aperta alle persone, alle famiglie, al confronto delle idee e delle proposte, alla partecipazione attiva dei suoi abitanti.



Partecipazione, onestà e trasparenza


Il Comune deve porsi sempre in una prospettiva di servizio nei confronti dei cittadini. L’Amministrazione deve sollecitare aggregazione e confronto a tutti i livelli. Ascoltando, farà emergere proposte di cui farsi interprete e tener conto nelle scelte operative.

Il suo operato deve essere guidato da una grande onestà, evitando ogni possibile conflitto di interessi e improntato alla massima trasparenza.



Attenzione alla persona


L’azione amministrativa deve essere vicina ad ogni persona con grande attenzione ai suoi problemi e ai suoi bisogni, prevenendo le forme di disagio e dando una risposta ai bisogni primari di ciascuno.

L’Amministrazione comunale, nel suo impegno per perseguire il bene Comune, deve essere anche punto di riferimento di Enti, Associazioni, Cooperative sociali per coordinare e concorrere al sostegno di tutte le iniziative che vengono messe in campo.




Temi programmatici

  • Lavoro e sviluppo

  • Urbanistica ed ambiente

  • Famiglia, società, servizi

  • Cultura, sport e turismo

  • Sicurezza e legalità


Lavoro e sviluppo

La posizione di Castelfranco al centro di una delle più sviluppate aree d’Europa e la presenza di importanti infrastrutture di comunicazione ancora in fase di potenziamento, costituiscono risorse notevoli per favorire lo sviluppo economico.

La nostra Amministrazione dedicherà il massimo dell’attenzione al sostegno e al rilancio delle attività produttive anche attraverso l’attivazione di uno sportello unico per le aziende per snellire le procedure burocratiche che spesso ritardano l’avvio di nuove imprese e ne ostacolano lo sviluppo.

Grande attenzione sarà dedicata a:

  • Migliorare le infrastrutture e i trasporti pubblici favorendo l’integrazione del servizio degli autobus con il trasporto ferroviario.

  • Favorire la collaborazione tra operatori economici, docenti universitari e istituzioni per avviare un percorso di costituzione di distretto dedicato al terziario avanzato.

  • Attrarre le imprese che fanno innovazione con incentivi e agevolazioni fiscali.

  • Potenziare e rendere strutturale l’offerta di lavoro alle persone più in difficoltà, tramite il canale della cooperazione sociale nell’ambito di progetti di pubblica utilità.

  • Favorire un dialogo fra imprenditori, scuola e istituzioni perché l’offerta formativa sia qualificata, adeguata al tessuto economico-sociale del territorio, con percorsi di formazione che si rivolgano ai giovani diplomati per accelerare e facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro e agli adulti occupati per riqualificare chi ha già un’esperienza lavorativa.

  • Attivare un più stretto rapporto tra Industria/Imprese ed Università, per favorire forme di collaborazione a supporto dell’ innovazione e dell’utilizzo di tecnologie avanzate.

  • Favorire le iniziative di imprenditoria agricola volte alla vendita diretta dei prodotti ai consumatori ed alla tutela e valorizzazione dei prodotti tipici locali (come il radicchio di Castelfranco), per difendere un settore vitale che in passato ha costituito le nostre “radici” economiche e culturali.

  • Favorire il microcredito, d’intesa con gli Istituti Bancari offrendo garanzia da parte del Comune.

  • Istituire nella Castellana l' “Osservatorio permanente sulla congiuntura” per monitorare la situazione del mercato del lavoro.

  • Diffondere capillarmente la cultura della sicurezza nel lavoro, come tutela della dignità umana.



Urbanistica ed ambiente

La prima valorizzazione del territorio sta nella sua salvaguardia. Sarà pertanto necessario valutare con la massima attenzione se occorra occupare ancora nuove aree o al contrario difendere le aree libere come valore ambientale non rinunciabile, fino alla riconquista di spazi. La profonda crisi del settore edilizio consente di rivedere il disegno urbanistico della città puntando soprattutto sulla riconversione e riqualificazione degli edifici obsoleti. Alla luce dell’adozione del Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.), i prossimi Piani degli Interventi (P.I.) saranno orientanti alla conservazione e riqualificazione piuttosto che ad un ulteriore consumo di aree verdi. Sarà promosso, in sinergia con il mondo economico, l’Università e il volontariato, il recupero del parco di villa Bolasco, con l’obiettivo di trasformarlo in un vero e proprio parco cittadino a disposizione degli abitanti. Sarà migliorata la vivibilità delle aree verdi e delle piazze, delle vie e delle frazioni, curando la pulizia e la manutenzione delle strade e dei marciapiedi, la regolarità dell’illuminazione pubblica, ridando bellezza e fruibilità ai luoghi d’incontro e di scambio esistenti nel territorio. Sarà sviluppato un progetto organico in accordo con le Amministrazioni regionale e provinciale per la soluzione degli attuali problemi di viabilità e l’eliminazione dei punti pericolosi delle nostre strade.


Centro

Saranno attivate azioni per la rivitalizzazione del centro storico, favorendo anche interventi edilizi di recupero degli immobili fatiscenti o abbandonati. Piazza Giorgione, attualmente caratterizzata per essere quasi esclusivamente un grande parcheggio, dovrà essere valorizzata cercando nuove soluzioni e sarà oggetto di un concorso di idee sottoposto a consultazione e valutazione dei cittadini.


Frazioni

Ogni realtà frazionale deve essere viva e sicura e avrà una propria specifica funzione a servizio dell’intera Città in modo da diventare parte integrante del “sistema comunale”. Dovranno essere presenti tutti i servizi essenziali (dal panificio all’ambulatorio) per garantire la qualità della vita ed il senso di appartenenza. Tutte le frazioni dovranno essere collegate al centro con viabilità dedicata ai ciclisti e ai pedoni. Sarà perseguita la qualità della vita e delle relazioni con il coinvolgimento preventivo nelle scelte che possano condizionare il benessere dei cittadini delle frazioni. Sarà previsto, con accordi di programma con gli altri enti territoriali e le società interessate, il completamento dei sottopassi liberando le frazioni ed i quartieri dalle barriere ferroviarie.


Edilizia Scolastica

Molti Istituti soffrono per mancanza di spazi adeguati (aule, laboratori e palestre) e di interventi per la messa in sicurezza degli edifici e il loro adeguamento energetico. Sebbene la competenza per gli istituti superiori sia trasferita alla Provincia, l’Amministrazione comunale si impegnerà a stimolare in modo diretto i progetti per le nuove scuole ed a proporre soluzioni adeguate per quelle esistenti.


Inquinamento

L’Amministrazione si prefigge l’obiettivo di ridurre drasticamente l’inquinamento atmosferico intervenendo sulla razionalizzazione del traffico e sull’informazione al cittadino. Sarà avviata una collaborazione con l’ARPAV, competente in tema di rilevamento di tutte le forme d’inquinamento, rendendo pubblici e accessibili i risultati delle misurazioni fatte in apposite centraline. Partendo da questa importante base di conoscenza saranno poi adottati provvedimenti suggeriti da esperti, coinvolgendo sempre cittadini e associazioni nel progettare interventi significativi. Una particolare attenzione sarà dedicata alla riduzione dell’inquinamento elettromagnetico, al monitoraggio delle acque di falda e delle discariche ancora presenti nel territorio.


Energia

L’Amministrazione promuoverà gli investimenti nelle energie rinnovabili partendo dall’edilizia pubblica e incentivando l’adozione da parte dei privati del solare termico, del fotovoltaico, e delle soluzioni edilizie ad alto risparmio energetico. Sarà attivato uno “sportello Energia” per informare ed agevolare chi voglia avvicinarsi a queste nuove soluzioni e sarà inoltre favorita ed incentivata la formazione di gruppi di acquisto solidale per il solare.


Rifiuti

Sarà ulteriormente favorita la raccolta differenziata dei rifiuti insieme alla riduzione della loro quantità (per esempio vuoto a rendere per il vetro, riutilizzo dei contenitori di plastica, incentivazione di prodotti senza imballaggio). Sarà inoltre promosso negli uffici del Comune l’utilizzo di materiali riciclati. Verrà incentivato il consumo da parte dei cittadini dell’acqua dell’acquedotto (di cui sarà difesa la gestione pubblica) per ridurre ulteriormente la produzione di rifiuti.




Famiglia, società , servizi


Famiglia

L’Amministrazione sosterrà la politica della casa a favore dei cittadini e delle famiglie rilanciando il ruolo dell’Azienda per l’Edilizia Economica e Popolare (A.E.E.P.) alla quale dovranno essere assegnati i terreni per la realizzazione di un’edilizia sociale adeguata ai bisogni delle famiglie meno agiate e delle giovani coppie. Gli sforzi del Comune saranno mirati anche a garantire le necessarie risorse agli asili nido e alle scuole dell'infanzia presenti nel territorio.


Sanità

Grande attenzione sarà posta alla tutela della salute, basata sulla qualità dei servizi sociali e sanitari e sulla riduzione dei fattori di rischio per l’insorgenza di malattie. I maggiori costi per il completamento dell'ospedale già verificatisi rispetto alle previsioni, non dovranno sottrarre risorse alla cura dei malati. L'ospedale deve ritornare ad essere un polo di eccellenza a servizio dei cittadini con personale sanitario sempre più motivato.


Scuola

Il polo scolastico di Castelfranco è assai significativo e costituisce una delle importanti risorse che storicamente ha contribuito allo sviluppo economico e sociale della Città. Sarà fondamentale arricchire ulteriormente l’offerta formativa per renderla ancora più attrattiva, anche per i giovani dei Comuni limitrofi. Le scuole saranno inoltre più aperte ai cittadini prevedendo un loro utilizzo fuori dagli orari di lezione per attività di interesse culturale e sociale.


Associazionismo

Sarà favorita la partecipazione delle Rappresentanze di frazione e di quartiere alle decisioni che riguardano la Città e sarà rilanciato il ruolo delle consulte. Sarà sostenuto e riconosciuto l’associazionismo nelle sue varie forme e nella sua autonomia, anche con riferimento al problema dell'individuazione degli spazi. Sarà promossa la carta dei valori del volontariato.


Giovani

Le politiche giovanili saranno un punto centrale di questa Amministrazione. Saranno messi a disposizione spazi pubblici che consentano a gruppi ed associazioni giovanili presenti sul territorio di realizzare iniziative gestite in autonomia. In questa direzione sarà importante dare nuovo impulso e valore alla Consulta dei giovani. Si cercherà di favorire l’organizzazione di eventi culturali dedicati ai giovani ideati e realizzati attraverso un loro diretto coinvolgimento.

L’inserimento lavorativo dei giovani sarà promosso attraverso un maggior legame tra scuola e imprese produttive. Importanti anche i canali di finanziamento europei finalizzati alla formazione ed imprenditoria giovanile. Spesso si tratta di creare conoscenza rispetto alle opportunità già esistenti.


Anziani

Gli anziani sono una risorsa della comunità perché sono i portatori dei saperi e della memoria: ogni iniziativa sarà tesa a lenire prioritariamente la solitudine, favorendo la socializzazione e l’integrazione, nel centro e nelle frazioni. L’Amministrazione agirà in collaborazione con il volontariato e con le istituzioni che operano nell’ambito dei servizi per la terza età, potenziando anche l’assistenza domiciliare.


Disabili

Verrà promosso un coordinamento tra tutti i soggetti e istituzioni che operano a sostegno dei disabili nelle diverse fasi della loro vita (età scolare, fase lavorativa, terza età) per una loro completa integrazione nella società. Dovrà inoltre essere migliorato il sostegno diretto alle loro famiglie.


Immigrati

Sarà promossa una politica di integrazione sostenibile favorendo la conoscenza e il dialogo reciproco, con una logica opposta alla ghettizzazione. Verrà potenziato lo sportello comunale per l'immigrazione al fine di fornire ai cittadini immigrati una più approfondita conoscenza dei loro diritti e dei loro doveri nel pieno rispetto della legalità.



Cultura, sport e turismo


Cultura

Castelfranco ha una importante tradizione culturale che deve essere ripresa e rilanciata. Lavoreremo per una politica culturale di grande respiro, partendo dalla rivalutazione di persone, spazi, e patrimonio artistico presente nella nostra Città. Piazza Giorgione, le Mura Cittadine, il Teatro Accademico, Villa e parco Bolasco troveranno piena valorizzazione. In questa direzione l'Amministrazione si impegnerà per restaurare della cinta muraria (realizzando anche la passeggiata sulle mura) e per concordare soluzioni con l’Università ai fini del recupero di Villa e Parco Bolasco. Il nostro centro storico, ed in particolare Piazza Giorgione, dovrà ospitare eventi culturali di livello europeo diventando polo di attrazione per un’ampia area territoriale e motore di nuove opportunità di sviluppo economico.

Sarà istituito un “forum della cultura” aperto ai gruppi associativi e singoli cittadini che promuova diverse forme di espressione e individui i luoghi per offrire alla popolazione molteplici spunti culturali. Sarà importante rendere disponibile ai cittadini un auditorium.


Sport

L’Amministrazione favorirà in tutti i modi l’attività sportiva, fondamentale opportunità di aggregazione e di salute.

Saranno avviate importanti sinergie con le scuole e le Società sportive per il coinvolgimento capillare di bambini e giovani nella pratica degli sport, anche per educare al rispetto delle regole e degli altri. Verrà avviato un programma di manutenzione e miglioramento delle strutture esistenti, mantenendone l’attuale collocazione centrale. Saranno previsti anche ampliamenti o nuove infrastrutture senza tuttavia perdere il patrimonio di strutture e spazi che già offre la Città. Sarà oggetto di studio la possibilità di rendere nuovamente agibile il palazzetto dello sport. Verranno inoltre favoriti specifici ambiti sportivi in ciascuna delle frazioni così da caratterizzare anche sotto tale profilo le zone periferiche.

Saranno attrezzati e valorizzati alcuni spazi verdi esistenti come le rive del Muson o lo stesso Parco Bolasco per la pratica sportiva individuale all’aria aperta.

Per i bambini ed i giovani saranno aumentati gli spazi per la libera pratica di sport che non necessitano di attrezzature particolarmente costose come ad esempio il basket, la pallavolo, il calcetto e così via.


Turismo

Castelfranco si situa in una posizione geografica strategica nel Veneto che offre potenzialità enormi. La Città può, soprattutto grazie alla rete ferroviaria e all’aeroporto di Treviso, entrare nei flussi turistici legati a Città d’arte limitrofe come Venezia, Vicenza e la stessa Treviso. In tal senso sarà fondamentale la valorizzazione del nostro patrimonio artistico ed architettonico inserendo la città nelle reti delle iniziative culturali regionali, nazionali ed internazionali. Sarà strategico farsi promotori della creazione di un percorso turistico coordinato con Bassano, Asolo e Possagno.

Sarà importante prevedere anche nuove forme di turismo come quello dello “stop and go” (legato ai flussi dell’aeroporto di Treviso), dei percorsi enogastronomici e del ciclo-turismo.




Sicurezza e legalità


Sicurezza e legalità rappresentano basi essenziali della società civile e sono condizioni indispensabili per la definizione della qualità della vita.


Lotta alla criminalità

Sarà necessario attuare strategie di maggiore controllo del territorio da parte la Polizia municipale in stretta sinergia con le altre Forze dell’ordine presenti nel Comune. Sarà necessario potenziare l’illuminazione e prevedere la riqualificazione delle aree più a rischio anche attraverso la promozione di specifiche attività sociali. Sarà favorito il contatto dei cittadini con l’Amministrazione per la segnalazione delle problematiche legate alla sicurezza. Verrà inoltre affrontata la complessa realtà delle violenze domestiche.


Sicurezza stradale

Sarà promossa la cultura della sicurezza sulla strada con specifici interventi di educazione stradale. Saranno effettuati puntuali qualificazioni strutturali (nuove segnaletiche, ampliamenti delle piste ciclabili, riqualificazioni degli incroci, illuminazione notturna di punti critici) accompagnati all’incentivazione dell’utilizzo di mezzi alternativi alle auto.

Sarà migliorata la viabilità per renderla funzionale all’uso di bambini e adolescenti che dovranno poter percorrere da soli, almeno in parte, il percorso tra casa e scuola o tra casa e luoghi di aggregazione.


Trasparenza amministrativa

Il Comune sarà promotore della cultura della trasparenza e legalità partendo dalle proprie strutture e dalla propria organizzazione dei servizi. Per tale motivo il cittadino sarà messo nelle condizioni di poter costantemente verificare:

  • lo stipendio, i rimborsi, e i gettoni di presenza percepiti dal Sindaco, dagli Assessori e dai Consiglieri;

  • il bilancio, il piano degli investimenti, ed il documento di programmazione finanziaria del Comune;

  • le delibere, le determinazioni e tutti gli altri atti approvati dal Comune;

  • l’elenco degli incarichi affidati a consulenti esterni e il loro costo relativo;

  • l’elenco delle proprietà immobiliari del Comune e le loro destinazione d’uso;

  • la Ragione Sociale, i dati essenziali di bilancio, i nominativi dei consiglieri di Amministrazione e i relativi compensi per ogni Società controllata dal Comune.


I candidati consiglieri del Partto Democratico

SARTORETTO SEBASTIANO
SPALIVIERO BERNARDINO
VINCENTI GIUSEPPE
ACOLEO ANNA
BAGGIO ALBERTINA
BALDASSA MICHELE
BORDIGNON LUCIO
BRESOLIN ANITA
CASTELLANO GIUSEPPE
CELI LUCIA
CENNI ORLANDO
COSTA STEFANO
DUSO GIANCARLO
ELICE LUIGINO
FALESCHINI SANDRO
GAZZOLA GIANNI
MARCHESIN PAOLA
MAZZOCCA MARCO
MICHIELIN SILVIO
MILANI GIANFRANCO
PANAZZOLO MATTIA
PICCOLOTTO PIERGIORGIO
POMIATO FRANCO
SOLIGO FIORINDO
TASSITANI LUISA
TESSAO ALESSANDRA
TOSCAN ANDREA
TRENTIN LUIGI
VENZA ENZO
ZILIO PAUL

venerdì 19 febbraio 2010

Donata Sartor Sindaco

L'assemblea degli iscritti del Partito Democratico di Castelfranco, riunitasi il 17 febbraio, ha designato Donata Sartor come candidato sindaco per le prossime elezioni comunali. La proposta unitaria del coordinamento di circolo è stata discussa dall'assemblea e votata a larghissima maggioranza.
Il progetto politico che il Partito Democratico intende attuare con i proprio alleati consiste in una proposta alla città di Castelfranco basata su di un ampio schieramento di forze in grado di intercettare anche i consensi dell'elettorato moderato e che consenta di conseguire il governo della città.
La decisione è stata successivamente condivisa con le forze di centrosinistra che, insieme alla lista civica "Sartor", danno vita al progetto.

lunedì 25 gennaio 2010

Quale futuro per Castelfranco?

Inseriamo di seguito il testo dell'intervento che viene pubblicato in questi giorni sul periodico dell'amministrazione comunale di Castelfranco


Dopo Venezia, Castelfranco è il Comune più importante del Veneto che nel prossimo Marzo rinnoverà il Consiglio Comunale. E’ quindi comprensibile che gli occhi di tanti siano puntati sulla nostra città.

LE SPECIFICITA’ DI CASTELFRANCO.

Castelfranco ha dimostrato nella sua storia di saper muoversi anche in autonomia da interferenze politiche esterne e di innovare rispetto agli schemi politici dominanti nel resto del territorio. Ne sono prova le scelte coraggiose di profonda trasformazione culturale, economica e sociale effettuate nel dopoguerra a Castelfranco da straordinari personaggi politici castellani, di cui ancora si colgono i benefici.

L’OPPOSIZIONE DEL PD IN CONSIGLIO COMUNALE.

In continuità con quelle scelte e in coerenza con il proprio programma, che aveva ricevuto significativi consensi nell’area di Centrosinistra, il Partito Democratico di Castelfranco, quale maggiore forza di opposizione, ha presentato in questi anni in Consiglio comunale proposte concrete e innovatrici sui temi importanti e fondamentali per la nostra comunità, quali il lavoro, la casa, la solidarietà, la cultura, la tutela della salute.

Ci siamo mossi con coraggio e con realismo, senza volere fare rivoluzioni, ma con l’intendimento, da un lato, di rilanciare il ruolo della nostra città e, dall’altro, di cambiare le cose sbagliate, che vanno contro il bene comune, che accentuano le ingiustizie e le differenze tra chi sta (più) bene e chi sta (più) male.

LE PROPOSTE DEL PD PER IL FUTURO DI CASTELFRANCO

Noi non ci rassegniamo a consegnare il futuro di Castelfranco in mano alle Destre e, ritenendo di essere credibili ed affidabili, ci proponiamo quale riferimento degli elettori moderati e innovatori, volendo recuperare per Castelfranco una prospettiva di sviluppo e rilanciare il suo ruolo nel contesto sociale, economico e culturale del Veneto. Senza regressioni, ma con migliore, più serena e partecipata convivenza civile.

UNITI SI VINCE. SEPARATI SI PERDE

Riteniamo doveroso che siano messe in atto dalle persone di “buona volontà” che hanno a cuore il bene di Castelfranco, tutte le iniziative di qualità, idonee a dare sviluppo alla nostra città e nello stesso tempo ad impedire che a governare siano le Destre, rispetto alle quali siamo alternativi.

Per questo consideriamo necessario che siano radunate in un progetto unitario, innovatore e realizzabile, tutte le energie, le proposte, le componenti politiche e della società civile di Castelfranco, che condividono la nostra preoccupazione e il nostro intendimento.

Per Castelfranco occorre un grande colpo d’ala, in grado di generare cambiamento.

Atteggiamenti perduranti di autosufficienza, senza ricercare positive “contaminazioni”, portano alla morte dell’esperienza politica ed amministrativa di questi ultimi 10 anni.

ALCUNE FONDAMENTALI QUESTIONI.

Castelfranco, che nel passato è riuscita ad anticipare rispetto ad altri territori impostazioni e scelte politiche ed amministrative di grande spessore, deve dare nel prossimo futuro segnali di un significativo cambio di marcia in alcune questioni fondamentali:

  1. il lavoro e l’occupazione, ora in grave crisi anche a Castelfranco, rispetto ai quali chi amministra la cosa pubblica non può e non deve rimanere passivo spettatore. Di qui la necessità di favorire a Castelfranco l’insediamento e il consolidamento di nuove attività imprenditoriali.
  2. la politica della casa a sostegno dei cittadini e delle famiglie con redditi medio-bassi, che è sostanzialmente fallita con il vigente Piano Regolatore.
  3. la tutela della salute, incentrata sulla qualità dei servizi sociali e sanitari nel territorio e nell’ospedale. I maggiori costi per il completamento dell’ospedale, già verificatisi rispetto alle interessate/incompetenti previsioni, non devono sottrarre risorse alla cura dei malati. Va inoltre interrotto l’abbandono dell’ospedale da parte di importanti figure professionali di riferimento per numerosi pazienti anche di territori lontani.
  4. Una politica culturale di grande respiro, al fine di catalizzare su Castelfranco l’interesse del mondo della cultura (oltre le attuali, episodiche manifestazioni giorgionesche) e di valorizzare persone, spazi (vedi compendio Bolasco) e gruppi associativi, in grado di promuovere forme, anche innovative, di espressione culturale .
  5. La realizzazione di spazi di aggregazione giovanili alternativi ai locali commerciali.
  6. L'accoglienza, la solidarietà, la sussidiarietà, che sono stati nel passato il carattere più specifico della nostra gente.
  7. La sicurezza delle persone e dei beni: va assicurata con equilibrio e sapienza. In particolare va affrontata la complessa problematica delle violenze domestiche.
  8. La tutela dell’ambiente, contro l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e dei suoli, favorendo scelte di mobilità meno impattanti, iniziando la produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico-solare termico).
Aggiungiamo il link ad alcuni commenti con risposta

giovedì 24 dicembre 2009

Le proposte del PD per l'ambiente e la green economy



L’economia verde è l’unica leva di sviluppo dell’economia occidentale che consente di lasciare un mondo vivibile alle generazioni future e costruire la futura crescita assumendo il vincolo delle risorse ambientali e la qualità come criterio fondamentale.

Queste alcune delle azioni fondamentali:
1. Efficienza energetica:
Risparmiare energia con la riqualificazione delle abitazioni e degli edifici privati e pubblici, con la sostituzione delle auto e degli elettrodomestici più inquinanti:
In particolare:
Rendere permanenti ed estendere le agevolazioni fiscali del 55% per gli interventi di efficienza energetica delle abitazioni e degli edifici privati. Avviare un piano straordinario di riqualificazione per gli edifici pubblici (scuole e ospedali in testa), con l’istituzione di un fondo di rotazione di 100 milioni di euro all’anno, per l’efficienza energetica e la messa in sicurezza. Definire una data per nuovi edifici residenziali a “emissioni zero”.
Ecoincentivi per la rottamazione vincolati ad auto a basse emissioni e bassi consumi.
Ecoincentivi per l’acquisto di frigoriferi e congelatori a basso consumo e per prevedere l'ampliamento a lavatrici e lavastoviglie ad alta efficienza energetica delle tipologie di elettrodomestici che possono usufruire delle detrazioni; blocco graduato delle vendite per gli apparecchi fuori da classe A e da classe A + per i frigoriferi.

2. Fonti rinnovabili:
Raddoppiare nei prossimi dieci anni l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili. Costruire un’industria nazionale del settore e promuovere nuove imprese che producano impianti, tecnologie, pannelli solari, nuovi materiali per l’edilizia, ecc.
La soluzione non è in un ritorno al nucleare a questo stadio di tecnologia: costi elevati, tempi molto lunghi, problemi legati allo smaltimento delle scorie radioattive.

3. Trasporto pubblico:
Favorire investimenti pubblici per il rinnovo del parco mezzi con acquisto di autobus a metano. Avviare un piano di 1.000 treni per i pendolari, con 300 milioni di euro all’anno per cinque anni. Prevedere incentivi fiscali attraverso i quali i datori di lavori possano fornire ai loro dipendenti i “ticket-transport”, dei buoni di trasporto, (su modello dei buoni pasto), esclusivamente per il tragitto casa-lavoro, su mezzi collettivi e mezzi pubblici.

4. Ricerca:
Sostegno alla ricerca e all’innovazione dell’industria automobilistica per le auto ecologiche del futuro. Ripristinare il credito d’imposta per la ricerca come base di un’economia che punta sull’innovazione, sulla conoscenza e sulla qualità legata all’ambiente. Proseguire il lavoro avviato con Industria 2015.

5. Territorio, turismo, agricoltura di qualità:
Favorire le imprese e le economie che si basano sul nostro straordinario patrimonio ambientale e storico-culturale e puntano sul turismo di qualità, sui prodotti agricoli legati al territorio, alla manifattura italiana. Difendere e promuovere il made in Italy nel mondo. Ripristinare i fondi per la difesa del suolo dimezzati dal governo (dai 510 milioni di euro del 2008 ai 269 milioni del 2009, per arrivare nel 2011 a 93 milioni).

6. Rifiuti:
Incentivare il riciclo dei rifiuti e l’industria ad esso collegata: un incremento del 15% in dieci anni rispetto ai livelli attuali rappresenterebbe il 18% dell’obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di CO2. e significherebbe far scendere i consumi energetici di 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio.

7. Regole e procedure semplici e certe:
Rendere più semplici le procedure delle autorizzazioni per gli impianti che utilizzino fonti rinnovabili e garantiscano risparmio energetico. Le Regioni completino entro il 2010 i loro piani energetici per il rispetto del “20-20-20”. I Comuni, sempre nell’arco di quest’anno, adeguino i propri regolamenti edilizi e urbanistici, affinché tutte le nuove costruzioni rispettino gli obblighi di legge per la produzione di calore e di energia elettrica.

8. Infrastrutture
Allentare il patto di stabilità per i Comuni per aprire subito i cantieri per piccole e medie opere di riqualificazione del territorio e delle città, per la manutenzione di scuole, ferrovie e strade.

Scegliere per l’Italia la via della green economy con un grande piano di riconversione ambientale è una priorità anche per sostenere e rilanciare l’economia. Attraverso la via della green economy si coinvolgono, fra nuovi lavori e riqualificazione di quelli esistenti, un milione di posti di lavoro nei prossimi cinque anni.


Ignazio Marino a Castelfranco

sabato 12 dicembre 2009

Relazione all’Assemblea regionale di Rosanna Filippin

12 dicembre 2009 - Padova

Relazione all’Assemblea regionale
di Rosanna Filippin*

Voglio per prima cosa salutarvi tutti.
Salutarvi e ringraziarvi per il lavoro di questa giornata, che consegna al Partito Democratico del Veneto i suoi nuovi organismi dirigenti. Da oggi siamo pronti per tornare al lavoro: con un team rinnovato, con una squadra coesa e con organismi dirigenti più snelli ed efficienti.
Ora dobbiamo affrontare i tempi politici che stiamo vivendo: la fase politica che attraversiamo in Italia. Ma sopratutto gli appuntamenti che ci aspettano nel Veneto. Abbiamo di fronte scadenze decisive e incalzanti. Ovviamente parlo delle elezioni regionali. Che in ogni caso, in Veneto, segneranno la fine di un ciclo politico e l’inizio di uno nuovo. Quale ciclo politico si chiuderà il 28 marzo, ormai, è chiaro a tutti: quello segnato, nel bene e nel male, dalla personalità di Giancarlo Galan. Quale ciclo politico si aprirà il giorno dopo, invece, dipende da alcune scelte. Quelle che faranno gli elettori veneti, ma anche quelle che sapremo fare noi.
Il Veneto è di fronte a un bivio. Può scegliere la strada della Lega: il federalismo delle parole, la chiusura verso il mondo esterno, la ricerca continua di un nemico da attaccare: un giorno gli stranieri, il giorno dopo la Chiesa, il giorno dopo ancora i sindaci.
Oppure può scegliere una strada nettamente alternativa, fatta di soluzioni adatte ai tempi della crisi, ma anche più fedeli all’identità del Veneto: che si basa sul valore del lavoro, sull’etica della responsabilità e del merito, sullo spirito della solidarietà, sul coraggio dell’innovazione, sull’apertura al mondo.
In qualsiasi caso, il Veneto è sulla soglia di un cambiamento profondo. Noi possiamo esserne i testimoni passivi, oppure i protagonisti, insieme a chi accetta la sfida di aprire una stagione nuova. Il finale di questa storia è ancora tutto da scrivere. E dipende dalle nostre scelte.
Noi abbiamo un ruolo. Perché siamo la principale forza alternativa alla destra. E quindi abbiamo anche una responsabilità. Serve chiarezza verso i veneti. Dobbiamo dire, e dobbiamo farlo rapidamente, quale progetto abbiamo in testa per la nostra regione. Serve responsabilità verso le nuove generazioni. Perché bisogna superare la crisi di oggi, ma anche costruire progetti con un’efficacia che duri nel tempo. E infine serve il coraggio: il coraggio di osare e anche di percorrere strade nuove, se utili al bene del Veneto.
Dopo il 25 ottobre, è chiaro a tutti che il Pd non può essere la stampella di nessuno. Ma alle regionali vogliamo esserci da protagonisti, e se La lega parlerà alla pancia degli elettori, noi dobbiamo usare il cuore, ma anche il cervello. E allora su quello che dobbiamo proporre al Veneto vorrei spendere qualche parola.

La nostra regione vive una situazione difficile. Il dato di partenza è senza dubbio la crisi economica:
- Un calo nel Pil come non si è mai registrato dal dopoguerra ad oggi
- 120 mila posti di lavoro persi nel 2009
- Un indebitamento crescente delle imprese e delle famiglie

Gli effetti sociali sono inevitabili e pesanti. Per i lavoratori e per le loro famiglie. E non solo. Nessuno, dieci anni fa, avrebbe pensato alla classe media o alle partite iva come ad un soggetto a rischio eppure oggi è questo che abbiamo sotto gli occhi in queste condizioni, le tensioni e le difficoltà dell’integrazione sono ovviamente destinate a crescere, a farsi più acute. E a chiudere il quadro, c’è la difficoltà delle finanze pubbliche locali: i comuni, che sono la prima trincea nella risposta alla crisi, sono soffocati da un patto di stabilità iniquo. E da un governo federalista a parole e sordo nei fatti alle loro esigenze. E pure le regioni subiscono il taglieggiamento del governo. E diventa ogni giorno più difficile fronteggiare con lungimiranza l’investimento su bisogni sociali essenziali: scuola, sanità, protezione dell’ambiente.
Con la crisi, abbiamo tutti qualche sicurezza in meno. Quando una comunità vive momenti come questo o unisce le forze e supera le difficoltà, oppure è condannata ad esserne travolta. La soluzione della Lega è sbagliata per questo, un giorno promette un federalismo che non arriva mai, un giorno se la prende con gli stranieri, un giorno sembra che la priorità sia il dialetto a scuola, il giorno dopo ancora il vescovo di Milano sembra un pericoloso sovversivo.
Ma non basta individuare un nemico al giorno per superare la crisi. Quando i problemi esistono, non basta negarli, né scegliere capri espiatori di comodo. Se è vero, com’è vero, che la concretezza è una caratteristica dei veneti, allora quella leghista è la proposta politica meno fedele al Veneto che ci sia in campo.
Noi dobbiamo proporre qualcosa di diverso. Un confronto sul programma per il governo del Veneto è già stato avviato con le forze del centrosinistra. Si tratta di un lavoro importante, perché l’esperienza comune di anni di opposizione al centrodestra ha creato una coesione di fondo, una sintonia di valori e di progetto. Oggi, insieme ai nostri alleati, noi non siamo più solo l’opposizione alla Giunta Galan. Siamo l’alternativa al progetto leghista.

In un’agenda per il futuro del Veneto devono trovare necessariamente spazio numerose azioni di governo. Io però vorrei concentrarmi su tre priorità. Tre punti fermi di cui il Pd deve farsi garante. Tre discriminanti da cui partire anche per condividere questo progetto con altre forze politiche.
La prima priorità è ripartire dal lavoro. L’identità del Veneto si basa sul lavoro. E per questo è in pericolo.
Perché se va in crisi la spina dorsale del nostro sistema produttivo, quella delle piccole e medie imprese manifatturiere, è tutta la nostra regione a risentirne.

Occorre tamponare l’emergenza:
- Con un piano di piccole opere nei comuni da cantierare rapidamente, per rilanciare l’economia locale
- Ma anche con stanziamenti più decisi da parte della Regione.
- Gli strumenti già esistenti vanno potenziati. La Regione può mettere a disposizione risorse: per sostenere la Cassa Integrazione, ma anche per finanziare linee di credito verso le imprese in difficoltà.
- La Regione deve anche tutelare quei lavoratori su cui incombe lo spettro della chiusura degli stabilimenti. Anche facendosi valere di più col Governo di Roma.
- Ma altri strumenti di protezione vanno inventati ed estesi a chi ne è privo. Giovani precari, ma anche le partite iva colpite dalla crisi.

Serve un welfare moderno, se non vogliamo che la crisi scarichi i suoi costi sulle famiglie. La prima difesa della famiglia, per chi crede nella sua centralità, è proprio questa. Ma al di là dell’emergenza, è un diverso e più solido modello di sviluppo che va costruito. Insieme al mondo produttivo, non contro di esso.
- C’è una storia della nostra regione che non può essere abbandonata. È la storia del nostro tessuto industriale. Questo è il motore della nostra ricchezza. Che non può essere sostituito da servizi a basso valore aggiunto o dalla moltiplicazione di qualche centro commerciale.
- Oggi l’impresa esprime delle domande diverse da quelle del passato. Ha bisogno del supporto di servizi infrastrutturali efficienti, di un terziario di qualità. Questo richiede un dialogo maggiore e più stretto tra impresa e università e tra le diverse università del Veneto. Un Politecnico Veneto, che sia polmone di ricerca e formazione per una delle aree a maggiore concentrazione di industria e innovazione d’Europa.

Anche le nostre Pmi hanno delle sfide da raccogliere. La prima è quella del consolidamento: sotto il profilo delle dimensioni, ma anche della capitalizzazione. Anche qui, la Regione deve riprendere un ruolo, a partire dagli strumenti esistenti, come Veneto Sviluppo, che in questi anni sono rimasti paralizzati dalle divisioni interne al centrodestra.
La seconda è quella dell’innovazione. In un’economia globalizzata, non si regge a lungo se non si fa uno scatto di qualità verso fasce produttive a maggior valore aggiunto. Oggi uno scatto da fare è quello verso l’economia verde. Perché il business del futuro è quello del risparmio energetico, delle fonti alternative, della ricerca verso forme più equilibrate di consumo del territorio.
Un territorio che va valorizzato e difeso. Anche come capitale per il nostro turismo. Guai a chi pensa di poterlo saccheggiare, una volta passate le elezioni, collocando in una delle aree più delicate del nostro ambiente nientemeno che una centrale nucleare.

E su questo voglio dire una cosa a Giancarlo Galan: non si governa con i comunicati stampa, ma con gli atti amministrativi. Se è contrario al nucleare si attivi velocemente come hanno fatto altri presidenti di Regione. Non si può dire un giorno che sì, nel Polesine può starci bene una centrale e poi, solo per opportunismo elettorale, dire che no, che il Veneto non è il posto giusto. Ci vuole coerenza. E rispetto per i territori. Quello che a questo governo e a questa giunta regionale, purtroppo, è mancato troppe volte. Come abbiamo visto anche con la legge sull’acqua, un’intrusione pericolosa del governo nell’autonomia gestionale degli enti locali.
E lo stesso vale per il nostro valoroso ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia. È contrario al nucleare in Veneto? Usi il suo peso come ministro veneto, se quel ruolo vale qualcosa.

La seconda priorità, io credo, è quella di costruire un pacchetto convivenza. Senza meccanismi efficienti di convivenza, una comunità non sta in piedi. La convivenza richiede regole chiare e condivise, rispetto tra le parti, spirito di appartenenza ad un destino comune.
Serve un pacchetto convivenza per tenere in equilibrio i bisogni delle fasce più anziane della popolazione, destinati a crescere, con quelli delle nuove generazioni. E qui il ritardo della Regione è grave. Pesa l’assenza di un Piano socio sanitario regionale. E pesa l’approccio lottizzatorio al mondo stesso della sanità. Dove la fedeltà politica prevale a volte persino sulla competenza.
Serve un cambio di rotta. Con una razionalizzazione della spesa, certamente, ma anche con una diversa filosofia di fondo: la salute, così come l’istruzione, è un bene pubblico che non può essere affidato al mercato. E nemmeno all’appropriazione partitica.
E sopratutto la salute è un diritto universale. Sbaglia chi propone di vincolare le risorse per l’assistenza a criteri come la residenza. Ed è stata sacrosanta la battaglia combattuta per impedire che questo accadesse sul fondo per la non autosufficienza. Una vittoria dei nostri consiglieri regionali. E un esempio di come, sui temi concreti, le convergenze possono essere anche politicamente insolite.
Ma la sfida della convivenza, in una regione che ha visto moltiplicarsi la presenza di stranieri in pochissimi anni, è anche quella del rapporto tra vecchi e nuovi veneti. Serve un patto di cittadinanza: accoglienza di chi arriva tra noi, rispetto delle diversità, solidarietà verso chi ha bisogno. Ma allo stesso tempo, chiarezza sulle regole, coraggio sui diritti e fermezza sui doveri.
Ormai sono maturi i tempi per una legge sulla cittadinanza basata sullo ius solii. Così come sono maturi i tempi per estendere il diritto di voto agli stranieri nelle elezioni amministrative. Chi lavora da noi, pagando le tasse, ha il diritto di poter incidere sulla rappresentanza. Un Veneto che chiudesse gli occhi di fronte a questi problemi, sarebbe condannato a subirli, anziché risolverli.

Infine, c’è un terzo punto fermo di cui dobbiamo essere garanti. È quello del federalismo. Noi dobbiamo essere promotori di un federalismo diverso da quello della Lega. Un federalismo di fatti e non di parole. Un federalismo del merito e delle responsabilità. Non uso queste parole a caso. Se in questi anni la spesa del governo centrale fosse stata contenuta come hanno fatto i Comuni con la loro, l’Italia non avrebbe aumentato come invece ha fatto il suo debito pubblico.
I Comuni sono stati in questi anni una trincea di rigore e di responsabilità. Ma oggi, continuare a penalizzarli come sta facendo il governo di Bossi e Berlusconi, è il modo migliore per aggravare la solitudine di imprese, famiglie e individui bisognosi. Dobbiamo essere vicini ai Sindaci della nostra regione, anche quelli di colore politico diverso dal nostro. Quando per l’ennesima volta il Comune di Roma premiato con finanziamenti a pioggia, viene da chiedersi se non abbia ragione chi chiede che il Veneto sia trasformato in una regione a statuto speciale.
Voglio esprimere la mia solidarietà, a nome del Pd, ai Sindaci che sono scesi a Roma due giorni fa. E tutto il mio dissenso verso il comportamento adottato dal presidente dell’Anci Veneto Dal Negro. Che dovrebbe farsi carico delle domande dei comuni, non degli ordini della sua scuderia di partito. La Regione Veneto dovrebbe sostenere i suoi Sindaci con più forza. E combattere insieme a loro la battaglia per un federalismo del merito. Rispettoso delle differenze. Anche all’interno della nostra Regione, dove un’attenzione speciale dovrà essere data alle zone di confine e di montagna.

La trincea di ogni nuova politica è sul territorio.
È lì che si costruiscono le risposte alla crisi economica e sociale. È lì che si sperimentano le forme efficaci della convivenza. È lì che si costruiscono le strategie per uno sviluppo duraturo. È lì che si costruiscono le azioni per ridurre i consumi energetici, promuovere le fonti alternative, incentivare le filiere dell’economia verde, potranno esserci mille vertici di Copenaghen, ma tocca ad ogni singola persona, ad ogni singolo comune, ad ogni singola provincia, ad ogni singola regione, fare da subito la propria parte.


Crisi economica, convivenza, federalismo. Sono tre fronti su cui il Veneto è di fronte a un bivio.
È su questi temi che si decide da che parte si sta. Ed è su queste priorità che siamo pronti a dialogare. Con chi ci sta. Non cerchiamo alleati da annettere, né partner subalterni. Cerchiamo forze pronte a condividere una sfida. E a diventarne protagonisti. Con pari dignità. Con chi condivide le nostre discriminanti sui temi della crisi, della solidarietà e del federalismo, siamo pronti a discutere. Anche sui meccanismi di scelta di un candidato. Noi abbiamo un metodo ce l’abbiamo: è quello delle primarie. La nostra carta d’identità, di cui siamo giustamente orgogliosi. E che credo andrebbe usato per un’ampia consultazione dei nostri iscritti sulla composizione delle liste per le regionali Ma sappiamo che quando si costruisce una coalizione, è la squadra che sceglie. Quindi la decisione non spetta solo a noi.
Molto è stato detto e scritto, in questi giorni, sul nostro rapporto con l’Udc. Anche su questo, è necessaria una parola di chiarezza. Sappiamo bene che, su temi per noi importanti, come quelli della solidarietà e del welfare, con l’Udc c’è una sintonia di sensibilità e a volte anche di valori.
Valori e sensibilità che non hanno spazio nel modello di Veneto pensato dalla Lega.
Un modello che sfiora il razzismo e che non stenta a strumentalizzare i simboli della fede, salvo poi attaccare i pastori della Chiesa cattolica, violando l’autonomia del loro magistero. In tempi difficili per la vita della nostra nazione, don Sturzo aveva rivolto il suo appello ai liberi e forti. Il coraggio di quell’appello serve anche in questa fase. Credo di non sbagliarmi a dire che l’Udc ne è consapevole.
Perché oggi ognuno ha la responsabilità delle sue scelte. E dipende anche dall’Udc se il Veneto sarà consegnato alla Lega. Noi siamo pronti a fare la nostra parte. Insieme a chi sarà pronto a fare altrettanto. Il Veneto non merita nulla di meno che questo.

*segretario regionale del Partito Democratico Veneto