Grazie ai circoli Pd di Istrana, Mogliano, Morgano, Quinto, Paese, Preganziol, Zero Branco domenica 6 settembre alle 10 si è tenuto a Zero Branco, Auditorium di Villa Guidini, il primo confronto fra i candidati alla segreteria regionale del Pd Marta Meo (per Felice Casson che sostiene Marino), Andrea Causin (Franceschini), Rosanna Filippin (Bersani). Dopo l’inizio con il solito ritardo vedi che, nonostante le promesse iniziali, il moderatore, un giornalista di una tv locale, non è in grado di attivare un dibattito che faccia emergere le reali differenze fra i 3 approcci; ancor più deludenti, poi, i resoconti giornalistici (es. “La Tribuna” del 7 settembre) dove addirittura sono riportati titoli e messaggi lanciati a margine della riunione, al che non capisci se i giornali “ci sono o ci danno”. Insomma una mattinata condita con melassa e buone intenzioni riportata in modo del tutto infedele dai cronisti.
Fra i temi affioranti dalla discussione, tutti interni al Pd e nulla che riguardi il rapporto con la società veneta, meritano attenzione, a mio avviso, i seguenti:
1. Causin afferma che DS e Margherita hanno in parte fallito il tentativo di unificazione perché non hanno messo in comune i beni dei rispettivi partiti. Qui porto la mia testimonianza personale: io, per una serie di circostanze in parte fortuite, faccio parte della fondazione ex DS che gestisce, secondo uno Statuto approvato dalla Giunta regionale, le proprietà della provincia di Treviso: tutte queste proprietà sono a disposizione del Pd oltre che di associazioni culturali territoriali. Quindi? Di chi è la “colpa” della situazione trevigiana se colpa c’è?
2. L’ineffabile moderatore chiede se i mandati dei consiglieri regionali debbano essere 2 o 3; solo Rosanna Filippin pone la questione del merito: essendoci la preferenza individuale, dice, viene eletto uno che ha voti, anche più volte, se ci riesce. Penso che la domanda sia sbagliata perché dà per scontato (come poi le risposte confermano) che l’alternativa sia fra 2 o 3; non è così; capisco il “politicamente corretto” delle due candidate (Causin è alla fine del primo mandato) ma il criterio del merito va declinato sempre e comunque: se uno non se lo merita non fa nemmeno il secondo mandato, cioè non viene nemmeno ricandidato.
3. Fra le tante (molte …) domande il conduttore ne dimentica una fondamentale, soprattutto a Treviso: il contributo dei parlamentari del “territorio” alle casse del partito è lasciato al loro buon cuore oppure è un vincolo? Probabilmente nella melassa della politica politicante i conduttori dimenticano che la lotta politica si fa anche con i mezzi finanziari e che la trascrizione di un antico detto suona più o meno così: “no representation without taxation”. Se non contribuisci, come i militanti che lavorano nei circolo, quelli che attaccano manifesti, che dedicano tempo e denaro al partito, non meriti di rappresentarci.
A proposito dei giornali, leggendo la Tribuna dell’8 settembre riesci a darti la risposta; il titolo del giorno prima viene ripreso e circostanziato: ”I franceschiniani rilanciano la Puppato candidata del Pd” (alla presidenza della Regione Veneto, ndr); Franceschini: “Via libera alla Puppato”. Considerando che la candidatura di una personalità che ha riscosso un consenso così vasto alle ultime elezioni europee (circa 60.000 voti e prima dei veneti per preferenze) non può essere motivo di discussione, comprendi che la proposta cavalcata in quel modo, vantandone la primazia, diventa un motivo di lotta politica interna, soprattutto dopo l’adesione di Laura Puppato alla mozione Bersani, con buona pace delle linde intenzioni su collegialità, unità del partito, “volemose bbene”, ecc. Infine capisci che i giornali “ci danno”, almeno la Tribuna.....
Giuseppe Esposito
2 commenti:
imparato molto
necessita di verificare:)
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