16 marzo 2009 - Il Senato ha detto si al ddl Calabrò. Dopo ore di polemiche e contestazioni, l'aula di palazzo Madama ha dato l'ok all'ennesima "legge truffa". La facoltà di scelta del cittadino italiano ne esce, non ampliata, semmai derisa e svuotata. Toccherà adesso alla Camera rimediare al palese strappo costituzionale o ratificare questa sostanziale presa in giro. Comunque vadano le cose il Partito Democratico non si arrenderà facilmente, come si evince dalle parole di Enzo Bianco: "La legge approvata oggi non ha nulla a che vedere con il testamento biologico. Siamo pronti al referendum".
Già nella mattinata di oggi, durante la votazione dei singoli emendamenti, il dibattito al Senato si era acceso.
Liberi di scegliere e di rimanere inascoltati. Così potrebbe essere intitolato l’ultimo capitolo dell’ odissea sul testamento biologico. Con 136 voti favorevoli , 116 contrari e un astenuti passa l’emendamento, proposto dall’Udc, che esclude la vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). Sparisce così l’unico barlume di coerenza costituzionale, introdotto nel ddl dopo una lunga battaglia del Partito Democratico, ma anche dei dissidenti Pdl.
Il nuovo testo del comma 1 dell'articolo 4 ora recita: "Le dichiarazioni anticipate di trattamento non sono obbligatorie", mentre il testo originario prevedeva: "non sono obbligatorie, ma sono vincolanti". In buona sostanza, si permette ai cittadini di decidere della propria vita, avvertendoli che i medici saranno liberi di non tener fede al testamento biologico.
Immediate le reazioni all’interno del PD. Anna Finocchiaro, capogruppo PD al Senato, commenta amaramente l’esito della votazione: “Eravamo qui per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma adesso con l’emendamento approvato che non le rende vincolante parliamo di un oggetto misterioso. Se un individuo scriverà una dichiarazione, non conterà nulla. In questa aula ora di che cosa continuiamo a discutere? C'e' un limite oltre il quale la finzione non si regge più. Agli italiani avete spiegato che questa era una legge per poter scrivere il proprio testamento biologico, ora gli dite che invece non contano più' niente. Mi pare che ormai il contrasto con l'articolo 32 della Costituzione e' solare" e il ricorso ai giudici e alla Consulta sarà inevitabile”.
Ancora più lapidarie le parole di Ignazio Marino, che definisce l’accaduto come il “bacio della morte alla legge sul testamento biologico, da stamane ufficialmente carta straccia. La non vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento, decisa con un emendamento approvato dall'aula, va contro il parere espresso su questo testo dalla commissione Giustizia del Senato". Nelle sue parole c’è la delusione per un risultato che poteva essere diverso e per la retromarcia dei “laici Pdl”, richiamati all’ordine “dal diktat del governo”. "Se fosse negato il carattere vincolante di una dichiarazione – continua Marino - che, per definizione, non può essere confermata da un soggetto che abbia perso la capacita' di intendere e di volere, tale dichiarazione risulterebbe priva di qualsiasi contenuto giuridico. Evidentemente coerenza e coscienza, per questa destra, non sono requisiti necessari".
Già nella mattinata di oggi, durante la votazione dei singoli emendamenti, il dibattito al Senato si era acceso.
Liberi di scegliere e di rimanere inascoltati. Così potrebbe essere intitolato l’ultimo capitolo dell’ odissea sul testamento biologico. Con 136 voti favorevoli , 116 contrari e un astenuti passa l’emendamento, proposto dall’Udc, che esclude la vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). Sparisce così l’unico barlume di coerenza costituzionale, introdotto nel ddl dopo una lunga battaglia del Partito Democratico, ma anche dei dissidenti Pdl.
Il nuovo testo del comma 1 dell'articolo 4 ora recita: "Le dichiarazioni anticipate di trattamento non sono obbligatorie", mentre il testo originario prevedeva: "non sono obbligatorie, ma sono vincolanti". In buona sostanza, si permette ai cittadini di decidere della propria vita, avvertendoli che i medici saranno liberi di non tener fede al testamento biologico.
Immediate le reazioni all’interno del PD. Anna Finocchiaro, capogruppo PD al Senato, commenta amaramente l’esito della votazione: “Eravamo qui per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma adesso con l’emendamento approvato che non le rende vincolante parliamo di un oggetto misterioso. Se un individuo scriverà una dichiarazione, non conterà nulla. In questa aula ora di che cosa continuiamo a discutere? C'e' un limite oltre il quale la finzione non si regge più. Agli italiani avete spiegato che questa era una legge per poter scrivere il proprio testamento biologico, ora gli dite che invece non contano più' niente. Mi pare che ormai il contrasto con l'articolo 32 della Costituzione e' solare" e il ricorso ai giudici e alla Consulta sarà inevitabile”.
Ancora più lapidarie le parole di Ignazio Marino, che definisce l’accaduto come il “bacio della morte alla legge sul testamento biologico, da stamane ufficialmente carta straccia. La non vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento, decisa con un emendamento approvato dall'aula, va contro il parere espresso su questo testo dalla commissione Giustizia del Senato". Nelle sue parole c’è la delusione per un risultato che poteva essere diverso e per la retromarcia dei “laici Pdl”, richiamati all’ordine “dal diktat del governo”. "Se fosse negato il carattere vincolante di una dichiarazione – continua Marino - che, per definizione, non può essere confermata da un soggetto che abbia perso la capacita' di intendere e di volere, tale dichiarazione risulterebbe priva di qualsiasi contenuto giuridico. Evidentemente coerenza e coscienza, per questa destra, non sono requisiti necessari".
1 commento:
Questa, come alcune altre leggi dell'attuale governo di centrodestra, è uno scandalo. Bisogna andare al referendum. Per raggiungere il quorum basta accorpare nella stessa giornata di votazione alcuni referendum che riguardino trasversalmente vari settori della società ed interessi della gente (quanti italiani si muoveranno da casa per il prossimo referendum sul porcellum?) e sostenerli capillarmente.
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